Michele Emiliano, fin dal suo esordio in politica, ha ritenuto superate e, soprattutto, un inutile ostacolo alla propria carriera, le categorie di sinistra e destra prima, di centrosinistra e centrodestra dopo.

La Puglia, con l’avvento del magistrato prestato alla politica, è ben presto diventata un laboratorio politico; successivamente, si è trasformata in un laboratorio vero e proprio. Sì di quelli con provette di ogni tipo e, infatti, di provette Michele Emiliano ne ha fatte tante, nel tentativo di ridurre ad obbedienza tutti coloro che avevano punti di vista diversi dal suo.

Evidentemente scocciato dal dover sprecare tempo nel confrontarsi con i dissenzienti, non avendone mai avuto granché nemmeno per risolvere i problemi dei baresi e dei pugliesi, ha pensato bene di dedicarsi alla “eugenetica politica”, al fine di creare finalmente un “homo Emilianus” che risultasse impermeabile ai valori storici dei riformisti e dei conservatori e badasse esclusivamente al sodo, e cioè alla gestione di ingenti finanziamenti negli enti e società pubbliche controllate dalla Regione Puglia.

Con tali esperimenti ha fortemente compromesso la sopravvivenza politica del PD pugliese, ora tenta di distruggere anche il centrodestra, in attesa di poter coinvolgere perfino il Movimento 5 Stelle che, almeno per ora, appare immune dal richiamo mortale delle sirene. Qualcuno proverà a fermarlo prima o dovremo attendere le elezioni del 2019 e del 2020?