“In Acquedotto Pugliese il caos regna sovrano. Questo pomeriggio si sono dimessi la consigliera d’amministrazione Carmela Fiorella e il Presidente De Sanctis, facendo decadere il Cda.  Il lecito dubbio è che non avendo una giusta causa per revocare il mandato di  Nicola Canonico si sia fatto decadere il Cda per poi procedere a nuove nomine. A questo si aggiunge la situazione dei 24 lavoratori precari di AQP, a cui Emiliano ha promesso una stabilizzazione nonostante il parere contrario dello stesso Cda da lui nominato”. Il consigliere del M5S Mario Conca non le manda a dire con tutto quello che sta succedendo nell’Ente.

“Già nei mesi scorsi avevamo chiesto ad Emiliano di venire a riferire in aula prima di procedere con le nuove nomine in AQP – continua il pentastellato – ma ancora non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Nel frattempo l’assemblea dei soci ha deliberato l’aumento dei componenti da 3 a 5, già deciso con una delibera della Giunta Regionale e non è mai stata smentita la nota vocale diffusa dagli  organi di stampa, nella quale la moglie di Simeone Di Cagno Abbrescia, riferiva che lo stesso Emiliano avrebbe promesso al marito una nomina “molto probabilmente nell’Acquedotto Pugliese”.

“Riteniamo grave quanto sta succedendo e soprattutto che AQP sia diventato in questi mesi teatro della battaglia politica tra Emiliano e Canonico, mettendo in secondo piano il bene dell’ente – prosegue – Emiliano deve fornire tutti i chiarimenti necessari al Consiglio e ai pugliesi. A questo punto non mi meraviglierei se Di Cagno diventasse Presidente, De Sanctis direttore generale e Fiorella tornasse a far parte del cda. Tutto questo per far fuori Canonico che, a suo dire, aveva impedito affidamenti diretti sempre a talune imprese?”

“Capitolo a parte  – aggiunge – quello dei lavoratori  precari a cui è scaduto il contratto a tempo determinato, già prorogato sino al limite massimo di 36 mesi, che chiedono un’ulteriore proroga di 12 mesi che gli garantirebbe per legge la trasformazione  del contratto a tempo indeterminato”.

“Una stabilizzazione ancora mai realizzata – conclude Conca – seppur garantita dal Presidente Emiliano il 21 febbraio, in piena campagna elettorale,  pur sapendo di andare ben oltre le condizioni previste nel bando, che prevedeva il contratto per un solo anno e senza nessuna opzione di conversione a tempo indeterminato. Sarebbe curioso vedere i nomi e cognomi dei 24”.