Inceneritore della discordia, carta canta, o se preferite, le bugie hanno le gambe corte, specie se messe per iscritto su documenti ufficiali del Comune di Bari poi pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia.

Il sindaco Antonio Decaro, chiamato in causa da più parti quando è scoppiato il bubbone, ha più volte dichiarato pubblicamente di essere contrario, e soprattutto di non essere al corrente del parere favorevole espresso dai tecnici del Comune, difesi dallo stesso primo cittadino nell’affermare che non erano tenuti ad aggiornarlo.

L’ex presidente del Consiglio comunale, Pasquale Di Rella, ha però estratto un bel coniglio dal cilindro, in questo caso il Burp. Si tratta delle prescrizioni del Comune di Bari in merito all’impianto proposto dalla Newo, datate 10 ottobre e 16 novembre 2017, firmate dall’ingegner Vincenzo Campanaro, direttore della Ripartizione Tutela dell’Ambiente, Igiene e Sanità, inviate per conoscenza al sindaco, che dunque sapeva. I documenti sono liberamente consultabili nella galleria a fondo pagina.

“Le prescrizioni sono interessanti – ha detto Di Rella – l’ingegner Campanaro dà quasi per scontato che i rifiuti del Comune di Bari vadano all’inceneritore della Newo, tanto è vero che richiede ai gestori una specie di sconto per il Comune di Bari. Leggendo gli allegati all’autorizzazione, scopriamo che Amiu Puglia è co-progettista dell’impianto”.

Ammettendo il beneficio che tra i mille impegni Decaro non abbia letto i documenti mostrati da Di Rella, c’è però un fatto molto grave nella cronologia di tutta la vicenda. Nel question time del 15 gennaio, 10 giorni prima che fosse firmata l’autorizzazione e quando ancora si poteva bloccare l’iter, proprio Di Rella sollevò la vicenda in aula Dalfino, ricevendo in risposta dal Sindaco il suo diniego alla realizzazione dell’inceneritore, senza però mai citare le due prescrizioni firmate da Campanaro.

“Posto che l’inceneritore non si deve fare per alcun motivo, ove non ci siano le condizioni per l’annullamento – sottolinea Di Rella – ci ritroveremo davanti all’ennesimo contenzioso e quasi certamente a un ingente pagamento di danni”.