“Tra regole non rispettate, urla e offese reciproche, abbandoni pretestuosi dell’Aula Consiliare, è andato in onda uno spettacolo politico/amministrativo non degno di una città come Bari”. L’ex presidente del Consiglio comunale, Pasquale Di Rella, uno che di norme e regolamenti ne sa forse più di chiunque sede oggi in aula Dalfino, commenta così la seduta di ieri.

“Bari non ha bisogno di capricci infantili o di scatti d’ira – aggiunge – Bari ha bisogno di competenze, di una classe dirigente all’altezza della sfida, di gente che sappia garantire sviluppo economico e sensibilità ai bisogni. Occorrono nuove elezioni”.

Per chi non lo sapesse ancora, ieri è andata in scena una delle più movimentate sedute del Consiglio comunale, con la maggioranza, e il presidente Michelangelo Cavone, che a un certo punto hanno abbandonato l’aula, mentre tutto intorno erano grida e offese, con l’opposizione che contestava a Cavone, tra le altre cose, la mancata consegna degli ordini del giorno depositati.

“Le due ultime sedute del Consiglio Comunale, convocate per discutere e deliberare in merito al NO all’inceneritore nel quartiere San Paolo e al NO al trasferimento dei Palazzi di Giustizia dal quartiere Libertà, hanno dimostrato l’assoluta incapacità, sia del Sindaco Decaro che del centrodestra, di produrre risultati concreti per i cittadini” scrive Di Rella in una nota.

“Prove muscolari bipartisan hanno impedito ai baresi di ottenere, nei giorni scorsi, un atto di chiaro dissenso del Consiglio Comunale in merito alla costruzione di un inceneritore in città e ieri – affonda l’ex Pd oggi nel gruppo misto – di comprendere per quale motivo il Sindaco Decaro, come candidamente ammesso, si è presentato alle elezioni del 2014 garantendo una determinata soluzione per il nuovo Palazzo di Giustizia, per poi collaborare ad un’idea diametralmente opposta senza avvertire il bisogno di acquisire preliminarmente il consenso del Consiglio Comunale”.