L’eliminazione del voto in condotta ha creato un grande polverone. Tanti sono i contrari, ma c’è anche chi va controcorrente. Una parte del mondo studentesco, infatti, ha promosso e ha applaudito la decisione del Miur, derivata delle nuove regole sulla valutazione degli studenti del primo ciclo di istruzione introdotte dalla legge 107. Per il Blocco studentesco, infatti, quello del voto in condotta serviva solo come strumento per fini ricattatori nei confronti degli studenti”

“Più volte il voto in condotta è stato utilizzato, molto più che i giudizi nelle singole materie, per decretare bocciature o reprimere le più svariate battaglie degli studenti. Una situazione che lasciava gli studenti in balìa di professori i quali, sulla base di criteri ambigui e poco chiari, potevano a loro arbitrario e insindacabile giudizio costringere a ripetere interi anni scolastici”.

“Non sono mancati – prosegue la nota – episodi surreali che hanno visto numerosi studenti, a prescindere da risultati anche meritevoli ottenuti nel loro percorso scolastico, venire minacciati di bocciatura per aver osato protestare contro l’atteggiamento di qualche professore”. D’altra parte, si sottolinea, “non è un voto in condotta a definire la disciplina, la quale invece si nutre di esempi positivi che ad oggi l’intero sistema dell’istruzione, dal ministero ai docenti, non è invece in grado di offrire, promuovendo anzi una visione della vita e della storia del nostro paese volta a demonizzare ogni ritrovamento di uno spirito identitario e combattentistico”.

“Al netto di questa scelta, alla quale provocatoriamente plaudiamo, pur auspicandoci una completa abolizione del voto in condotta anche per i licei e gli istituti superiori, ribadiamo il nostro giudizio negativo in merito all’intero impianto della riforma della scuola targata Renzi-Fedeli. Ora, almeno – conclude il Blocco Studentesco – gli studenti non avranno più motivo di temere ritorsioni da parte dei consigli di classe e d’istituto: non ci sono più scuse per non alzare la testa”.