“Nel momento in cui l’attribuzione ad uno dei componenti del Consiglio comunale sarà certa, l’autore o l’autrice della frase ingiuriosa dovrà dimettersi”. Pasquale Di Rella non ha dubbi, commentando il nostro sondaggio circa le conseguenze per chi, lo scorso 14 novembre, ha scritto su una scheda della votazione a scrutinio segreto il pesante insulto rivolto a Irma Melini, il presidente dell’assise cittadina è netto e deciso nel suo convincimento.

“Non solo perché il comportamento in Aula è stato inqualificabile – aggiunge – ma anche perché è stato fatto passare troppo tempo prima che si arrivasse alla definizione di questo caso (non ancora risolto, ndr) che sta infangando il Consiglio comunale di Bari e per certi versi l’intera città”.

È un Presidente a tutto campo quello che incontrato oggi, a margine del sorteggio per l’attribuzione dei 2mila euro stanziati col consigliere Caradonna per la famosa perizia calligrafica volontaria non più effettuata: “Alle prossime elezioni non sosterrò nessun partito – dice il neo membro del Gruppo misto dopo la sua uscita dal PD – voterò scheda bianca. La legge elettorale è antidemocratica e non consente ai cittadini di scegliere il proprio rappresentante”.

Ciò nonostante, non ha nessuna intenzione di rinunciare alla politica: “È una passione indomabile e non posso farne a meno. Credo che dopo le elezioni assisteremo a un processo di decomposizione dei partiti e poi di ricomposizione. io starò dalla parte delle gente”.