“Bari si conferma ancora una volta culla del terrorismo islamico e scuola di formazione per aspiranti martiri jihadisti nel nome dell’Isis. Con l’arresto del pericoloso latitante, accusato di aver partecipato alle stragi più crudeli del terrorismo ceceno oltre ad essere un foreign fighter, la Puglia entra di diritto nel novero delle zone più a rischio”. Rossano Sasso, coordinatore regionale Puglia del movimento politico Noi con Salvini non le manda certo a dire.

“Eppure – ha aggiunto Sasso – gli unici a preoccuparsene siamo noi, mentre il resto della politica concede sempre più spazi ad un mondo, quello islamico, a noi contrario, ostile e la cui cultura ed il proprio sistema di leggi ci considera kuffar (esseri inferiori) con valori e tradizioni pericolosi per la nostra civiltà”.

“Bari – prosegue Sasso – è la città che sta consentendo una islamizzazione dei propri quartieri, concedendo luoghi per le loro feste ed i loro riti, con le rappresentanti del sindaco che si sottomettono indossando il velo a parco 2 giugno. Ecco perché dopo le decine e decine di arresti negli ultimi anni, nei confronti di terroristi, fiancheggiatori e simpatizzanti, effettuati dalle forze dell’ordine che non smetteremo mai di ringraziare, è giunto il momento di mandare un segnale forte”.

“Bari non sia più terreno fertile per i fanatici islamici, non sia più terreno di scambio e reclutamento per l’Isis. Si inizi col chiedere nomi e cognomi dei finanziatori della moschea di via Cifarelli, si proceda a chiudere tutti i locali ed i ritrovi di islamici non in regola sparsi nella città, si faccia capire che Bari non è più terreno fertile per loro. Prima che sia troppo tardi”.