“Migliaia di famiglie attendono dallo scorso settembre la riapertura del bando per accedere all’assegno di cura per persone non autosufficienti. Ci è stato riferito in Commissione che il bando verrà riaperto a partire dal 1°luglio. Ci chiediamo chi pagherà la continuità assistenziale per questi otto mesi”. Lo chiedono i consiglieri del M5S Mario Conca e Marco Galante al termine della seduta della III Commissione Consiliare Sanità nel corso della quale l’assessore al welfare Negro ha riferito sul prossimo bando per l’erogazione degli assegni di cura. È emerso che la platea di potenziali beneficiari è di circa 6mila persone, ma al momento il Governo regionale, a cui sono stati ridotti i fondi erogati dal Ministero, potrà garantire l’assegno solo ai 2500 beneficiari storici, a cui verrà ridotto da 1100 a 1000 euro per cercare di aumentare il numero degli aventi diritto.

“La disponibilità attuale della Regione è di 30 milioni di euro, che potrebbe salire a 35 milioni, mentre per coprire le esigenze di tutti i potenziali beneficiari servirebbero 72 milioni che la Regione non ha – incalzano i pentastellati – vorremmo ricordare a Emiliano che 72 milioni di euro corrispondono all’1% della spesa regionale in sanità. È assurdo che la Giunta sostenga di non poterli recuperare. Basterebbe ridurre gli sprechi, ricercare la famigerata appropriatezza e combattere seriamente la corruzione.”

Il budget per la spesa farmaceutica, ricordano i cinquestelle, non dovrebbe superare un miliardo di euro l’anno, mentre la Regione spende un miliardo e trecento milioni: “Un aggravio – spiegano – causato dall’inappropriatezza prescrittiva, dalla mancata applicazione dell’articolo 8 della Legge 405/2001 e dalla pressoché totale assenza di misure atte a contrastare le ruberie già balzate agli onori della cronaca. Ad esempio non è mai partita l’attività del NIRS, il Nucleo Ispettivo Regionale Sanitario, si tratta di un organismo che dovrebbe svolgere attività di vigilanza e controllo, ma allo stato attuale è privo di qualsiasi funzione”.

“Al momento è del tutto inesistente la volontà di combattere la corruzione in Sanità che consentirebbe di recuperare oltre 250 milioni l’anno (cifra arrotondata per difetto). Abbiamo presentato in questi due anni decine di mozioni per segnalare spese inappropriate e norme anticorruzione mai applicate dai dirigenti delle Asl, ma evidentemente l’assessore alla Sanità Emiliano preferisce ridurre gli assegni di cura e tagliare i posti letto negli ospedali piuttosto che – concludono – intervenire attraverso una programmazione seria che possa recuperare le risorse necessarie al settore sanitario”.