“A tutte le truppe cammellate: il 68% del 59% equivale al 40%; il 6% del 59% equivale al 3,5%. Tradotto, tra gli iscritti al PD scelgono Renzi 40 su 100 e scelgono Emiliano 3 su 100. E dire che hanno tesserato pure i termosifoni. Bah”. Il post pubblico di Gioacchino De Padova sulla sua pagina Facebook è di alcuni giorni fa, ma continua a far discutere.

Il professore è stato nominato dall’ex presidente della Puglia, Nichi Vendola, rappresentante della Regione nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione Petruzzelli. Abbiamo voluto aspettare per capire se, come succede agli operai metalmeccanici quando criticano il proprio datore di lavoro, la Regione avrebbe preso provvedimenti nei confronti del suo delegato.

Avremmo voluto chiedergli se non gli sembrasse fuori luogo andare giù così pesante nei confronti di Michele Emiliano e di quella parte di “termosifoni” che lo ha hanno votato e forse lo voteranno alle primarie del PD.

Non solo, avremmo voluto chiedere al consigliere di indirizzo della Regione Puglia se non gli sembrasse eccessiva la critica anche in virtù del fatto che, secondo quanto risulta leggendo la rassegna stampa, la Regione finanzia animamea, il suo festival musicale. Certo, fa specie constatare che in certi ambiti si possa sputare nel piatto abbondante in cui si mangia, mentre in altri, come quelli legati all’industria metalmeccanica, alla prima critica pubblica su Facebook si venga licenziati. Il post non è certo politicamente corretto. Chissà se anche il sindaco di Bari e presidente del Consiglio di Indirizzo della Fondazione, Antonio Decaro, ritenga di dover intervenire stigmatizzando il post politicamente scorretto.

A De Padova riconosciamo il coraggio dell’essersi schierato con i nemici di Michelone e contro termosifoni in sella ai cammelli del PD in cui Renzi non ha mai smesso di essere il padrone. A questo punto, essendo scontento e coerentemente al suo post, il gesto più nobile che De Padova possa fare è quello di dimettersi.