«C’è stato un momento, con la condanna in primo grado, in cui le mie certezze sulla giustizia hanno vacillato. Per superarlo c’è voluta su tutto la mia famiglia, e poi i tanti amici. Per il resto, giusto un paio di consiglieri, Franco de Carne e Pinuccio De Santis, gli altri sono letteralmente scomparsi. Questo mi ha amareggiato molto, perché ho sempre avuto rapporti sereni sia con la mia parte politica che con quella avversa». Emanuele Pasculli, per tutti Lino, oggi è sereno, l’assoluzione definitiva da quella accusa di istigazione alla corruzione che lo travolse come un treno e lo spazzò via dalla giunta del secondo governo Emiliano, con quelle 1100 preferenze raccolte alle urne, gli ha ridato la tranquillità, ma da quella vicenda non è uscito senza cicatrici.

«Mi aspettavo un telefonata da Michele Emiliano, anche solo formale, in un impeto di coscienza, la ritenevo più che altro doverosa, ma niente. Da questa vicenda non ho sofferto solo io. Quando è iniziata questa storia, un sabato mattina aprendo i giornali, mia figlia non aveva ancora compiuto tre anni. In questi anni le ho dato l’affetto che però non era di un padre sereno, libero, onesto e spensierato. È l’aspetto più drammatico di questa vicenda e per il quale mi viene difficile pensare ad un perdono».

Detto in breve, tutto ha inizio a metà 2011. Il sindaco di allora, proprio non voleva prorogare l’appalto per la pulizia degli uffici comunali alla cooperativa Romeo (che aveva sub-appaltato a una cooperativa sociale) preferendo bandire una nuova. Emiliano depositò in Procura una denuncia per concussione, parlando di mazzette chieste da qualcuno negli uffici comunali in cambio di favori. Dopo le indagini dei Carabinieri, su Pasculli piombò l’accusa di istigazione alla corruzione, l’ipotesi era che avesse rassicurato la Romeo in cambio dell’assunzione di alcuni suoi protetti. Emiliano gli ritirò la delega.

Qual è il sentimento nei confronti della classe politica?
«Mi sono sempre ritenuto al servizio degli altri e soprattutto per volere degli altri, non mi sono mai sentito addosso quell’aria quasi di importanza che molti stupidi politici pensano di avere. Non voglio generalizzare, ci sono le eccezioni ovviamente, ma sono appunto eccezioni, non mi riconosco in questo tipo di politico».

Diciamo che tra un paio d’anni si vota. Lino Pasculli che farà?
«Francamente non credo di ripercorrere la stessa strada, almeno fino a quando la politica sarà fatta in questo modo, con questi uomini che non hanno avuto nemmeno il coraggio di esprimermi una vicinanza. Io non volevo editti o prese di posizione pubbliche, mi bastavano semplici telefonate, che non sono arrivate. Io con questa gente non ho niente da spartire».