Irma Melini agguerrita più che mai. Sarà forse per via della querelle col consigliere Giannuzzi per le foto scattate in aula, ma in questi giorni sembrano aver ripreso vigore le sue battaglie per cui si sta spendendo con forza tempo, a cominciare dal Mercato Agroalimentare Barese.

Le risposte alle sue interrogazioni, infatti, risultano a suo dire piuttosto evasive, col rischio che la questione finisca col gravare sulle casse del Comune: “In sede di Assemblea straordinaria – scrive Melini – alla proposta del Presidente Ambruosi, maggior azionista, di aumentare il capitale di ben 11 milioni e mezzo di euro per terminare il primo lotto e realizzare i restanti lotti 2 e 3 per trasferire il MOI di via Napoli, la presente Assessore Palone non ha assunto nessun impegni rinviando la patata bollente ai tecnici del Comune, rinviando però di fatto tale impegno al 31 agosto 2017 con contestuale versamento di almeno il 25% del dovuto”.

“Chi pagherà  – si domanda – l’aumento di capitale del MAAB disposto durante l’assemblea straordinaria del 26 settembre scorso? Non è dato sapere, dal Comune infatti rispondono che non sono ancora state assunte decisioni. Pagheranno ancora i baresi questo spreco di risorse pubbliche, solo che saranno chiamati a farlo alla prossima scadenza, rigorosamente in periodo estivo, quando ci sarà meno attenzione”.

Di tutt’altro aspetto la questione della privacy durante le sedute del Consiglio comunale, non di risorse pubbliche si tratta, ma di democrazia e censura: “Vietare le fotografie e i video ai Consiglieri comunali nell’esercizio delle funzioni all’interno dell’Aula non è un esempio di trasparenza e garanzia dei diritti della rappresentanza politica, fra i quali annovero anche il diritto di informazione rivolto proprio ai cittadini, rispetto a quanto accade durante le sedute consiliari, che ricordo essere pubbliche”.

“Il parere del Segretario generale, utilizzando un’interpretazione estesa del Regolamento comunale per le riprese audiovisive del Consiglio comunale, fa emergere l’illegittimità di suddetto regolamento o sua interpretazione – sostiene la consigliera di opposizione – che nega proprio ai rappresentanti dei cittadini, agli eletti, di poter anche solo effettuare una fotografia all’interno dell’Aula consiliare. Paradossalmente, un eletto diventa l’oggetto di riprese e immagini autorizzate ad altri, ma non può farne di sue”.

“Chiederò un parere interpretativo al Ministero dell’Interno e per conoscenza invierò la domanda all’ANCI. A garanzia di quanto accade in queste ore nella città di Bari, proporrò ricorso al TAR Bari. D’altronde è singolare che le Emittenti televisive private sono autorizzate a fare le riprese per rappresentare i fatti che accadono durante un Consiglio, mentre contestualmente viene censurata una identica immagine solo perché prodotta da un consigliere, o forse solo perché ha un contenuto sfavorevole alla Maggioranza”.