Mercato agroalimentare barese, ormai noto come Maab, a Mungivacca, dopo un’interrogazione e le successive domande integrative a sindaco e assessori, già nel corso dell’estate, il capogruppo del Gruppo Misto a Palazzo di Città Michele Caradonna non molla la presa: «Oltre a non far capire chi pagherà per ritardi e inadempimenti durati oltre 10 anni, l’amministrazione non dà spiegazioni esaurienti sugli espropri effettuati in extremis e con modalità singolari e sulla mancata attivata della fideiussione da 14 milioni», dice il consigliere».

«Sotto accusa l’iter che ha portato al completamento dell’opera da oltre 200mila metri quadrati, ultimata a fine 2010 con l’obiettivo di creare un importante polo commerciale dei prodotti agroalimentari della Terra di Bari. L’investimento da 20 milioni effettuato nel 2006 da Camera di Commercio e Comune di Bari è quindi rimasto bloccato per 4 anni prima di essere portato a compimento, ma l’attuale timore è che possa trasformarsi nella classica cattedrale nel deserto con l’annesso rischio di un grave spreco dei soldi dei contribuenti».

La procedura di acquisizione dei suoli (28 ettari) ha avuto un costo stimato in circa 6 milioni. Ad insospettire Caradonna è la recente corsa contro il tempo da parte del Comune per autorizzare la procedura degli espropri, peraltro effettuati ad opera finita: «Capisco la necessità di evitare contenziosi relativi all’acquisizione delle aree su cui sorge il mercato, dopo aver sprecato circa 10 anni (anche se normalmente, prima si ottengono i suoli e poi si costruisce), ma che almeno su questo pasticcio si faccia chiarezza».

«Esiste una fideiussione pari a circa 14 milioni che potrebbe coprire i costi dei suddetti espropri – afferma il consigliere – ma non comprendiamo perché le spese relative agli espropri non siano state sostenute dalla predetta fideiussione finendo per gravare, anche se solo in parte, sul bilancio cittadino. È quanto si evince dalle risposte dell’assessore: saranno i baresi a pagare. Tutto ciò mi sembra assurdo».

Caradonna ha depositato un’interrogazione urgente sul tema, nello scorso settembre, rivolta al sindaco e agli assessori Galasso e Palone: «Dopo essere stato ignorato per quasi un mese – racconta – mi è giunta una risposta a dir poco nebulosa in cui si precisa che “i costi relativi agli espropri saranno sostenuti dal Maab” ovvero dai soldi dei baresi, mentre la famigerata polizza verrà attivata solo “nell’eventualità il Maab non paghi”».

Il Maab è una società controllata dalla Camera di Commercio di Bari e partecipata dal Comune di Bari: «Alle richieste di ulteriori chiarimenti mi hanno addirittura risposto in giornata in modo da evitare di andare oltre i 30 giorni rispetto al deposito dell’interrogazione iniziale, altrimenti per regolamento il tema sarebbe approdato automaticamente in aula. In pratica – conclude Caradonna – la giunta ha ribadito che i suddetti costi graveranno sui baresi, mentre come detto inspiegabilmente non viene escussa la polizza fideiussoria, e al contempo non si vuole discutere della vicenda in Aula. È tutto assurdo».