Non è un segreto l’intolleranza del primo cittadino barese e della sua maggioranza ai Consigli Comunali. Nel mese in cui per la gioia di tanti si sarebbe dovuta tenere una sola seduta, quella del 22, arriva un’altra batosta: le convocazioni saranno cinque. Proprio così. Chi di Consiglio Comunale ferisce, in Consiglio Comunale potrebbe perire.

7 SETTEMBRE – Ennesimi debiti fuori bilancio da approvare a mo’ di corazzata Potëmkim. La cinquina inizia con la solita figuraccia. Il presidente del Consiglio, Pasquale Di Rella, oggi è stato costretto a convocare in fretta e furia una Conferenza dei Capigruppo. Al centro della discussione alcune determinazioni urgenti. Bisogna andare in aula, manco a dirlo, ad approvare tre debiti fuori bilancio. Ormai ordinaria amministrazione per il Comune di Bari. Ma da dove deriva tutta questa fretta? Dalla distrazione di assessori e dirigenti. Il debit fuori bilancio in questione, infatti, come si legge nella nota della Ripartizione Segreteria Generale, inviata alla Presidente: “…nascono da sentenze esecutive del Tribunale di Bari. Due delle tre sentenze succitate sono state notificate in forma esecutiva ed il termine dei 120 gg per il pagamento scadrà il giorno 08.09.2016”. C’è di più, però, il presidente del Consiglio, infatti, ha strigliato i dirigenti delle Ripartizioni con una nota ufficiale, in cui vengono invitati ad istruire le proposte di deliberazione dei debiti fuori bilancio entro i 120 giorni dalla notifica del titolo. Contrariamente a quanto stabilito dal Collegio dei Revisori dei Conti, infatti, succede spesso che i debiti fuori bilancio vengano prima liquidati e poi portati in aula consiliare. Iter giudicato irregolare. Sembra che di punto in bianco dirigenti esperti abbiano deciso di aderire a una specie di armata Brancaleone dell’ammistrazione pubblica. Il 7 settembre, poi, è mercoledì, giorno in cui non c’è rientro pomeridiano del personale e quindi con altre spese. Spreco su spreco, tanto paga Pantalone.

8 SETTEMBRE – Il giorno dopo è in previsione il Consiglio Comunale in cui si discuterà dei rischi sisimici del territorio barese, con la possibilità per i consiglieri di cedere il proprio gettone alle popolazioni terremotate del Centro Italia.

20 SETTEMBRE – Ed ecco l’altra nota dolente. Sempre oggi, otto consiglieri di minoranza (primo firmatario Fabio Romito) hanno chiesto l’autoconvocazione di un Consiglio Comunale monotematico sulla benedetta, per qualcuno maledetta, relazione del ministero dell’Economia e delle Finanze sul controllo contabile e gestionale del Comune di Bari. Ispezione dagli esiti disastrosi, i cui risultati non sono ancora stati messi a disposizione di tutti i cittadini baresi.

22 SETTEMBRE – Per volere della maggioranza di centrosinistra questo sarebbe dovuto essere l’unico Consiglio Comunale del mese di settembre, quello ordinario. Se solo fosse stato convocato in anticipo, prima del giorno 7 per esempio, sarebbe bastato un ordine del giorno supplettivo e l’approvazione militare degli ennesimo debito fuori bilancio non avrebbe rappresentato la beffa del costo aggiuntivo.

29 SETTEMBRE – L’ultima seduta, ma non per questo meno importante, è convocata per dare la possibilità alle opposizione di presentare i propri quesiti nel corso del question time. Consiglio Comunale convocato dal Presidente del Consiglio anche in seconda battuta dopo il parere favorevole della Segreteria Generale, e dopo che altre cinque sedute erano andate deserte per mancanza del numero legale.

Sarà un settembre caldissimo per la massima assise comunale. Nel caso di una ulteriore chiusura da parte del primo cittadino e della sua maggioranza, rappresenterebbe il precedente per l’autoconvocazione di Consigli Comunali e altri sgambetti da parte dell’opposizione. L’aria a Palazzo di Città resta tesa, anche peché sulla relazione del Mef continuano ad emergere altri “disastri” non solo targati Emiliano e Di Cagno Abbrescia come si vuole far credere. Nel mese in cui si sarebbe dovuto tenere un solo Consiglio Comunale, la maggioranza riuscirà ad evtare la sesta convocazione?