Il caso Bari è certamente l’emblema di un modo autoritario, quasi dittatoriale di fare politica, in cui la maggioranza di governo tenta di zittire e umiliare le opposizioni. A suffragio di questa considerazione c’è quanto accaduto ieri nella riunione dei Capigruppo. Un insulto alla democrazia, nel nome del più becero: qui comandiamo noi. In quel vertice si sono stabiliti i Consigli Comunali da tenere a settembre. O meglio, non si sono stabiliti. Spieghiamo. Il consigliere Carrieri fa rilevare che all’ordine del giorno ci sono ormai oltre cinquanta punti. Si tratta di molte delibere di competenza consiliare proposte dalla giunta che ormai giacciono da molti mesi in attesa di discussione.

L’ordine di scuderia, pare impartito in una riunione di maggioranza dallo stesso sindaco Decaro, però, è quello di tenere il minor numero possibile di Consigli Comunali, la massima assise democratica del governo di una città qualunque, evidentemente non a Bari. A rispettare alla lettera l’ordine, a nome di tutta la maggioranza, è il consigliere del PD, Marco Bronzini che boccia, unitamente agli altri capigruppo di maggioranza, Sciacovelli escluso, la richiesta delle due sedute di Consiglio. Si terrà una sola seduta il prossimo 22 settembre. Una data abbastanza lontana dal putiferio che il nostro giornale ha sollevato in merito alla relazione del Mef. Relazione sulla quale torneremo a puntate per segnalare alcuni aspetti particolarmente interessanti, certamente imbarazzanti per il sindaco e la sua maggioranza. Un solo Consiglio ordinario, quello in cui si discute dei problemi (tanti) della città, a fronte di una media di tre al mese mantenuta finora. Come spesso accade, è facile immaginare possa essere quasi interamente dedicato ai debiti fuori bilancio ormai incontrollabili.

E se pensate che sia già abbastanza, preparatevi perché c’è dell’altro. Come annunciato al nostro giornale dal presidente del Consiglio Comunale, Paquale Di Rella, ai Capigruppo viene fatta la proposta di prevedere la seconda convocazione per i question time, andati ultimamente deserti. In parole povere la possibilità di tenerli con 12 presenti, quindi a portata dell’opposizione, impossibilitata ad arrivare fino a 19, come previsto per la prima convocazione. Si accende la bagarre, ma alla fine, dopo un dibattito acceso tra Carrieri e Bronzini su tutti, non passa il question time in seconda convocazione, con buona pace dell’opposizione, alla quale, insieme a tutto il Consiglio Comunale, viene messa una museruola di ferro. Al presidente del Consiglio scriverà al segretario generale, seppure crediamo di conoscere i contenuti del parere richiesto.

In ogni caso in quella riunione, in modo da non essere da meno rispetto a quanto fatto molti giorni prima da altre amministrazioni, su proposta di Di Rella, si stabilisce a maggioranza che il giorno 8 settembre si terrà un Consiglio Comunale monotematico, per discutere dei rischi del territorio barese e degli aiuti alle popolazioni terremotate del centro Italia. In quella sede i consiglieri che lo vorranno, potranno donare il proprio gettone di presenza alle vittime del sisma. Bel gesto, purtroppo in un contesto antidemoratico.

Decaro sembra proprio aver perso la testa, ma a salvaguardia dell’opposizione, per aggirare l’imbavagliamento imposto, il segretario generale D’Amelio potrebbe per esempio suggerire di avvalersi degli articoli 30 comma 2 del Regolamento del Consiglio Comunale e l’articolo 39, comma 2 del Tuel. La somma dei due articoli grazie al cielo fa ancora il totale. Un quinto di consiglieri comunali (a Bari sono 8 ndr.), detto in parole povere, può presentare al presidente del Consiglio istanza per chiedere lo svolgimento di Consigli comunali che comprendano anche più ordini del giorno. La richiesta di autoconvocazione può essere presentata persino senza atti allegati. Il presidente, dal canto suo, non può che far svolgere la seduta entro 20 giorni dalla richiesta. In caso contrario, come previsto dall’Istituto di garanzia delle minoranze, si può sempre chiedere l’intervento del Prefetto, che ormai l’andazzo in vigore al Comune di Bari lo conosce alla perfezione.

Lo scontro tra maggioranza e opposizione potrebbe diventare adesso frontale, ma la legge consegna paradossalmente nelle mani delle minoranze lo strumento per spuntarla, consentendo lo svolgimento di un numero democratico e necessario di Consigli Comunali.