Carrieri
Il consigliere comunale Giuseppe Carrieri.

Giuseppe Carrieri, consigliere Metropolitano di Bari, entra a piedi uniti sulla questione relativa all’acquisizione da parte delle Ferrovie dello Stato delle Ferrovie del Sud Est. Un’operazione già annunciata lo scorso maggio.

“Credo che solo in Italia possa accadere che una società di trasporto ferroviario e automobilistico  di proprietà al 100% del Ministero dei Trasporti, quindi dello Stato, come le Ferrovie del Sud Est, possa ricevere annualmente contributi pubblici per circa 130 milioni di euro e ciò malgrado accumulare debiti per 300 milioni di euro. E credo che solo in Italia possa accadere che, finalmente scoperte dalla Magistratura ruberie e irregolarità gravissime di un’impresa così indebitata, la soluzione alla crisi sia “l’acquisto” della società, quasi fallita e piena di debiti, da parte di un’altra società al 100% di proprietà dello Stato: le Ferrovie dello Stato. Una barzelletta”.

La disamina di Carrieri è lunga e argomentata. “Lo Stato – dice -, incapace di gestire e incapace di controllare la correttezza dell’operato degli amministratori che lui stesso nomina, pretende ora di rientrare in gioco “cambiando giacchetta” e facendo pagare il conto salatissimo delle sue clamorose inefficienze ai cittadini. Perché saranno i cittadini, con le tasse, a ripianare i 300 milioni di debiti accumulati dalle Ferrovie Sud Est che come detto “pagherà” Ferrovie dello Stato, al 100% pubblica. Come, allo stesso modo, sono i cittadini, sempre con le tasse, a pagare ogni anno i 130 milioni di euro di contributi pubblici che FSE riceve dalla Regione Puglia. Lo Stato inoltre, in questo modo, occulta ruberie e sprechi, inglobando in un’azienda pubblica anni di malagestione. Ed evita così, sapientemente, il fallimento delle Ferrovie Sud Est, così rendendo più difficile perseguire anche penalmente i responsabili di anni di malaffare. Un capolavoro”.

Barzellette e capolavori tutti italiani che, secondo Carrieri, in altri paesi europei non avrebbero avuto modo di esistere. “In paesi più civili avrebbero senz’altro operato diversamente. Innanzitutto, la società sarebbe senz’altro fallita, in modo da non gravare i cittadini dell’incapacità degli amministratori, ma al più le banche e i fornitori che male avevano esaminato le condizioni dell’impresa. Poi responsabili e amministratori dello scempio sarebbero stati giudicati dalla magistratura penale, contabile e civile. E infine l’impresa e i lavoratori sarebbero stati tutelati, dall’immediata indizione di una gara europea per la selezione del miglior soggetto capace di gestire un servizio di trasporto essenziale per il benessere e lo sviluppo di una comunità”.

“A tale ultimo riguardo – continua il consigliere – è noto che molti imprenditori pugliesi hanno già manifestato la disponibilità a partecipare a una eventuale selezione per la gestione dei servizi, che la normativa esistente peraltro impone in caso di fallimento o procedure concorsuali di società affidatarie di servizi di trasporto pubblico regionale locale. E non di meno, pare, che lo Stato faccia orecchie da mercante. Alla faccia del libero mercato, della concorrenza, dei principi di sussidiarietà, della crescita delle imprese del territorio e sopratutto della pluriennale fallimentare esperienza delle gestioni pubbliche dei servizi di trasporto”.

“In questa incredibile  e italianissima situazione – conclude Carrieri -, non possiamo che augurarci che anche altri cittadini vogliano indignarsi e protestare duramente nei confronti di chi amministra in questo modo la cosa pubblica. E auspicare che gli organi di controllo del nostro martoriato paese possano stoppare le pervicaci e scellerate scelte di rappresentanti dello Stato e del Governo che evidentemente molto male gestiscono la cosa pubblica”.