“Anche il tavolo tecnico della Consulta condivide le forti criticità emerse in queste settimane sul progetto esecutivo di via Sparano. Come ho avuto modo di dire più volte, occorrerebbe che Decaro si fermasse a riflettere”. Ad affermarlo in una nota è la consigliera Irma Melini, vicepresidente della Commissione Lavori Pubblici.

“Sono trascorsi 10 lunghi anni dal concorso europeo e nessuno – scrive la Melini -, né la Giunta Emiliano né la Giunta Decaro, ha mai ritenuto opportuno attivare l’organo consultivo previsto dallo Statuto del Comune: forse perché hanno tenuto l’esito. Se oggi, infatti, possiamo avere un parere del Comitato tecnico, parere che dovrà essere fatto proprio da tutti i componenti Consulta, è merito di chi, più a ragione che a torto, appena approvato il progetto esecutivo, ha eccepito la correttezza della procedura che – di fatto – non ha coinvolto nessuno, se non le due associazioni vicine al Sindaco”.

“Un vizio non solo di forma, ma soprattutto di sostanza che esporrebbe, a mio modesto parere, la gara ad ulteriori contenziosi. I problemi, però, non finiscono qui: nel parere si conferma che il progetto è privo di verde. Una tesi che sostenevo da tempo e che è stata successivamente confermata anche dall’assessore Galasso in Commissione, mentre il Sindaco ha sempre affermato che con il progetto l’avrebbe implementato. È ridicolo banalizzare il problema del verde alla conservazione delle palme, perché di fatto vi è l’assoluta assenza di alberature, ovvero anche di ombreggiatura. Su questo punto il tavolo tecnico della consulta è stato chiaro e disponibile a maggiori specifiche, citando addirittura i documenti dell’Agenzia ad hoc delle Nazioni Unite”.

“Critica, quella del verde – ribadisce Melini -, in linea con la mancata ecosostenibilità del progetto nel suo insieme, anche per quanto riguarda il materiale previsto per la pavimentazione, che provocherebbe un aumento della temperatura e, quindi, della vivibilità della via. Forte critica anche alle sedute senza schienale, al sistema di smaltimento delle acque meteoriche: già ora si allaga, figuriamoci in caso di strada senza apposite vasche. Critiche anche ai tempi di realizzazione del progetto, considerate proprio le prescrizioni della Soprintendenza, che il Comune sembra aver letto solo per quanto attiene all’effetto cannocchiale. Non meno severo sull’aver posizionato le sedute in prossimità degli incroci con la strada carrabile, anche su questo è stato vano aver fatto commissioni consiliari, di fatto inascoltate”.

“Insomma – conclude Melini -, se neanche questo parere serve a far riflettere credo proprio che la Giunta prediliga sbagliare piuttosto che migliorare. Resta fuori tema per la Consulta, ma sempre grave, non aver messo nero su bianco la regolamentazione delle occupazioni di suolo pubblico dei bar, prevista proprio dalla Soprintendenza non più tardi del 2014. Adesso siamo in tre: io come consigliere, la petizione e il tavolo tecnico ad aver chiesto la sospensione del bando. Vediamo che succede”.