La storia che vi raccontiamo non è solo quella di una lista elettorale formata da sedici cittadini, ma un accanimento apparente inspiegabile contro il sindaco uscente di Palo del Colle, Domenico Conte. Nessun complotto, per carità, ma forse la necessità che qualcuno aveva di fare pressione per creare guai al primo cittadino uscente.

Spese, ma soprattutto rallentamenti nella campagna elettorale. Insomma, affanni vari nel vivo della competizione che vede Domenico Conte concorrere da solo – a detta di molti un suicidio politico – senza la coalizione di ferro che gli aveva consentito di vincere le scorse elezioni.

Accanto ad alcune delle firme raccolte per la presentazione della lista “Vivere Palo del Colle” mancava un dato fondamentale: il numero della carta d’identità. L’Ufficio elettorale del Comune di Palo del Colle, però, aveva tranquillizzato Conte e i suoi candidati. Detto in parole povere, nessun problema perché le firme erano state apposte davanti a un ufficiale giudiziario. Tutto bene? Niente affatto.

La lista viene ricusata e Conte presenta una memoria alla Commissione elettorale, precisamente alla dottoressa Grandolfo. Nonostante le spiegazioni date, la lista Vivere Palo del Colle viene ricusata. Il Tar, a cui il sindaco si era rivolto, dà ragione ai candidati e la lista viene riammessa alle elezioni del 5 giugno prossimo.

Nenche questo è sufficiente, perché la Commissione elettorare circondariale di Bari e la IV Commissione elettorale di Bitonto, con la Prefettura, attraverso l’Avvocatura dello Stato stamattina alle 10 presentano un ricorso al Consiglio di Stato. Come si può dare torto a Domenico Conte, quando dice di essere “esterrefatto per l’accanimento nei confronti di sedici candidati, che avevao scelto di metterci la faccia”, ma a quanto pare soprattutto nei suoi confronti. Il sindaco uscente non ci sta e ha dato mandato a un avvocato cassazionista romano di seguire la faccenda. Una corsa contro il tempo, soldi spesi e tempo perso. Buon voto a tutti.