Nove al Senato e undici alla Camera. Sono i rappresentanti dei Conservatori e Riformisti, il movimento politico che Raffaele Fitto aveva creato all’indomani della sua clamorosa rottura con Silvio Berlusconi (da una parte) e Angelino Alfano (dall’altra).

Pochini per mantenere in vita nelle due assemblee rappresentative i rispettivi gruppi politici e percepire le relative indennità, tanto che è in corso la ricerca spasmodica di qualcuno che possa rimpiazzare i “fuggitivi”. L’ultimo ad uscire è stato il 29 aprile scorso il Senatore Antonio Milo, passato con Denis Verdini di ALA, forte di ben 20 componenti.

La proposta politica di Raffaele Fitto sembra dunque avviarsi verso una rapida perdita di credibilità. Questione ancor più delicata e dolorosa, se si pensa alle imminenti elezioni amministrative in molti comuni italiani, anche importanti, come Roma, Milano e Napoli, dove peraltro CoR non è detto che riesca a presentare liste proprie. E notizie più fresche non si ricavano nemmeno dal sito istituzionale, fermo a Marzo 2016.

Fine rapida e ingloriosa per chi si era addirittura prefissato di riunire il Centrodestra, e rifondarlo, dopo la ventennale esperienza berlusconiana.