Qualcuno aveva dubitato di noi. Gli scettici avevano creduto si trattasse di un pesce d’aprile, essendo proprio il primo aprile la data del decreto del Presidente della Giunta regionale della Puglia, numero 193 e non 192 come avevamo scritto, che nomina Fabio Di Fonte consigliere del governatore per l’informatizzazione, l’e-government ed il social government.

A differenza di Fabio Di Fonte, dal primo minuto al fianco di Emiliano, fin dai tempi in cui Michelone era solo il candidato sindaco di Bari, chi ha formalmente ha scritto il decreto pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia numero 42 del 14 aprile 2016, non deve essere perfettamente a conoscenza della materia di cui trattasi.

A rigor di logica, Di Fonte dovrebbe essere il consigliere per l’informatizzazione, l’e-government e la social media governance, non il social government. In altre parole ciò che fa il social media manager. La nomina è arrivata visto, atteso, evidenziato, considerato e ritenuto lo stesso (Di Fonte ndr.): “… in grado di garantire la necessaria professionalità e competenza in materia, in ragione delle pregresse esperienze e degli incarichi ricoperti, come risulta dalla documentazione agli atti dell’ufficio”.

Il fatto che Di Fonte fosse in grado di ricoprire l’incarico non è mai stato in discussione. Del resto, fin dai tempi di Emilab e poi al Comune con Emiliano e Decaro, il 32enne diplomato al liceo Scacchi di Bari ne ha avuto di tempo per perfezionare le sue competenze e acquisire esperienza.

Ciò che il bollettino non dice sul sacrosanto incarico affidato personalmente dal presidente della Pugia, sono gli emolumenti. Per quell’aspetto resta l’indiscrezione dei circa 100mila euro lordi all’anno. Più o meno 5mila euro al mese. La giusta gratificazione per un professionista preparato dopo tanti anni di gavetta fatta sotto l’ala protettrice di Michele Emilano.