“Nel Sud Est barese i ciliegi hanno già dato i loro frutti, in anticipo rispetto al solito periodo di maturazione, ma per la burocrazia non possono essere commercializzati e perciò rischiano di andare persi”. Il Partito Socialista Italiano sezione di Conversano e i Giovani Socialisti Terra di Bari chiedono a gran voce l’intervento del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e del sindaco dell’Area Metropolitana Antonio Decaro, sul paradossale blocco delle vendite per le ciliegie baresi.
A intervenire sulla questione è Claudio Altini, Commissario Giovani Socialisti Terra di Bari, assieme a Pamela Fanelli, Segretaria Psi di Conversano. “È fuori da ogni logica che la natura debba adeguarsi alle regolamentazioni burocratiche che vietano la commercializzazione delle ciliegie, il prodotto più rilevante per l’economia della nostra zona, solo perché non ancora in possesso della certificazione di partecipazione alla Rete di lavoro agricolo di qualità rilasciata dall’INPS” .
“La zona del Sud Est barese ha nella ciliegia il suo prodotto di eccellenza, conosciuto ed esportato in tutto il mondo, e dalla sua produzione trae un importante fonte di guadagno (circa il 34% della produzione nazionale del prodotto viene proprio dalla provincia di Bari, ed in particolare da Conversano, Turi, Castellana, ed i paesi limitrofi). L’impossibilità di conferire il prodotto ai grossisti ora che è già maturo e pronto, in attesa di avere l’ok per la partecipazione alla “Rete” rischia di mettere in ginocchio l’economia locale, già in difficoltà per la crisi del settore agricolo. L’iniziativa dell’INPS, che mira a tutelare lavoratori ed imprese dalla concorrenza sleale di chi sfrutta i lavoratori, e a combattere così la piaga del caporalato, rischia ora di danneggiare proprio le imprese sane, schiacciate dagli obblighi e dalle lentezze burocratiche proprio nel momento del raccolto, che assicura la sopravvivenza dell’impresa e di chi vi lavora per un intero anno”.

Per questo motivo Altini e Fanelli chiedono al presidente Michele Emiliano di intercedere nei confronti del Governo e dell’INPS per l’emanazione di un provvedimento d’urgenza e transitorio, che permetta alle imprese di svolgere la propria attività e di regolarizzare l’adesione alla Rete entro termini certi, superando questa emergenza che coinvolge uno dei prodotti di punta della nostra agricoltura.