La consigliera comunale Irma Melini (Scelgo Bari), attraverso una nota, comunica le proprie perplessità in merito agli avvisi pubblici che sembrano essere poco trasparenti. Di seguito il testo del comunicato.

“C’è poca trasparenza nell’ennesimo avviso pubblico che sembra sempre più rivolto a pochi, auspicati, interessati. Questa volta approda, su mia iniziativa, in Commissione trasparenza l’avviso pubblico “per manifestazione di interesse alla locazione di immobili ad uso istituzionale” e balza subito agli occhi come la ricerca di nuova sede per gli uffici comunali sia alquanto pretenziosa.
Si immagina (evidentemente l’Amministrazione Decaro immagina sia possibile) possano esistere in città più strutture con i seguenti requisiti: 10.800 m² di cui 7560 destinati ad uffici, 1620 ad archivi e 1620 per spazi di distribuzione orizzontale e verticale; che la stessa sia ubicata preferibilmente in zona centrale o semicentrale e pronta ad ospitare ben 302 dipendenti; avvantaggiati, questi ultimi e soli in tutta la città, da almeno 100 posti auto loro riservati più i posti per le auto di servizio.
Le caratteristiche richieste non finiscono qui: sono ben 17 i punti che riassumono le caratteristiche necessarie per rispondere a questo avviso pubblico e per di più prevedono come titolo preferenziale, quindi migliorativo,  rispetto all’offerta iniziale, anche avere nelle vicinanze dei parcheggi pubblici o avere degli “archivi compattati con altezza di metri 2.40”, nonché un collegamento verticale fra i piani che oltre a scale ascensori possa prevedere anche di montacarichi per la movimentazione dei fascicoli, oltre ancora si legge, delle sale riunioni e delle sale conferenze.
Ma non finisce qui perché qualora qualcuno non dovesse rispondere con tutte queste 17 caratteristiche più le quattro aggiuntive, quindi ben 21 caratteristiche alquanto ridondanti per un avviso di sì fatta misura, si potrebbe comunque presentare in “via subordinata” la sola ipotesi di 1500 m² per 60 dipendenti, nella quale ospitare la sola ripartizione patrimonio, che come noto non ha più la sede dal lontano settembre 2015.
La attenta, seppur veloce descrizione fa immaginare forse difficile rispondere a tutti questi requisiti, salvo che appunto non esista già una struttura di siffatte caratteristiche, ancor più difficile se fossero più di una così nel cuore della città. Pertanto è doveroso per noi componenti della commissione trasparenza approfondire questo avviso con le parti ingrassate ovvero il sindaco come delegato ai contatti e appalti e il vicesindaco come assessore al patrimonio”.