La parità di genere di Michele Emiliano, segretario del PD pugliese e candidato governatore per quello che tutti si ostinano a chiamare centrosinistra (ma sull’ipotesi che una sinistra in coalizione esista davvero dobbiamo comunque aspettare che i giochi siano fatti il 30 aprile), si era espressa con la clamorosa decisione di candidare sei donne a capolista nel PD, una per ogni circoscrizione elettorale.

Il nostro giornale fu fra i pochissimi, se non l’unico a definire questa scelta, demagogica e populista, come un mercato delle vacche. E purtroppo abbiamo avuto ragione. Michele Emiliano, che passerà alla storia politica di questa regione come uno dei più creativi e spregiudicati protagonisti, sta lavorando su almeno tre tavoli, se non quattro. Due di questi tavoli sono le sue due liste civiche, dove sta collocando pedine (voti) che gli serviranno poi, al momento di creare il governo della regione, a giocare la parte del leone.

Ed è proprio nelle sue liste civiche che stanno apparendo le “novità” più clamorose: Anita Maurodinoia, una linda ragioniera poco meno che quarantenne di Triggiano, lo slum-dormitorio di Bari, suffragata nel nome di Francesco Schittulli con oltre 3000 preferenze, eletta in consiglio comunale a sostegno del candidato sindaco di Paola, passata armi, voti e bagagli con Decaro, viene assunta nel cielo della civica di Emiliano, sicura di essere eletta e già con una delega assessorile in tasca.

E l’altra eroina delle donne, la dura e pura ex magistrata mandata a Roma per “incompatibilità ambientale” che aveva sostenuto una battaglia alle comunali dalla quale è uscita sconfitta per una manciata di voti e una sentenza del Consiglio di Stato, che ha appena finito di dichiarare su facebook che “Respinto appello non rientreremo in Comune ma il nostro impegno a servizio della comunità continuerà . Grazie a tutti i cittadini che ci hanno dato fiducia e che continueranno a sostenere le nostre oneste battaglie di giustizia e libertà.” è l’altra già salita sulla mongolfiera di Michele Emiliano. Anche per lei un posto in lista, voti sicuri, elezione sicura in Consiglio regionale e un’altra delega assessorile in pectore (il latino le si addice di più): ecco la parità di genere in salsa Emilianea.

Care donne capolista del PD, per voi è suonato il de profundis e probabilmente lo state cantando anche voi, scambiandolo per l’Alleluja. Tutta la valenza populista e demagogica di queste operazione di bassa macelleria politica si sta rivelando ogni giorno che passa. Siamo ansiosi di leggere i commenti e le spiegazioni di un Partito democratico sempre più verticista e afono, in cui saranno votati ed eletti soprattutto i maschi “forti” e le femmine scelte dal Capo.

Se non è mercato delle vacche questo, siamo sulla strada giusta comunque.