“Non sono un professionista della politica, e ho deciso di mettere in gioco la mia storia, la mia esperienza, le mie idee, la mia passione, perché desidero restituire alla mia terra, alla Puglia, quello che merita: un progetto di buon governo ambizioso, dopo anni di mala gestione e di caos della sinistra. Condizione essenziale è che il centrodestra sia unito e competitivo” dichiara Francesco Schittulli nel suo ultimo comunicato.

“Ovviamente, non mi riguarda il quadro politico nazionale, e il confronto che, legittimamente, ciascuno conduce a Roma. E su questo, con rispetto verso tutti, non esprimo giudizi. Non tocca a me. Ma tocca a me esprimere un giudizio su ciò per cui mi sono reso disponibile a candidarmi. Ho diritto di sapere subito se qualcuno, cosa che sarebbe inspiegabile, gioca a perdere. Per questo, come ho più volte detto, ribadisco che mi sembra assolutamente ragionevole che le liste di Forza Italia siano le più forti e le più competitive. È dunque indispensabile che in quelle liste di Forza Italia ci siano i candidati e i protagonisti con Raffaele Fitto delle battaglie di tutti questi anni del centrodestra in Puglia . Ogni eventuale scelta di esclusione avrebbe il sapore di un indebolimento e di una mossa autolesionistica. Chiedo dunque di avere immediatamente certezze per svolgere le mie doverose valutazioni. Basta tatticismi. Il tempo sta scadendo. E non mi si diano risposte enigmatiche, o rinvii a tempi indefiniti. Non c’è più tempo per lo scaricabarile”.

Schittulli, dunque, sembra ormai aver esaurito la pazienza e la disponibilità ad attendere oltre che la diatriba tutta interna a Forza Italia, che vede fronteggiarsi da una parte Raffaele Fitto e dall’altra il Commissario Luigi Vitali, proconsole berlusconiano, si risolva in qualche modo. Al centro della contesa vi sono soprattutto i posti in lista che Raffaele Fitto sta richiedendo a Forza Italia, dalla quale invece arrivano risposte di tutt’altro tenore (“che Fitto presenti le sue liste” o anche “siamo pronti a sostituire Schittulli”). Un gioco che non è difficile definire a perdere, come del resto ha fatto lo stesso Schittulli nella sua ultima nota, qui pubblicata.