emiliano

Zitte, mute, sorridenti e piacione. Così devono essere le donne. Non parlano neppure per presentarsi, per dire la propria. Sei capolista, una per ogni provincia pugliese. Alle prossime regionali il PD risponde così allo scempio della legge elettorale che se da un lato non garantisce nessuna “facility” alle donne, dall’altro mette soglie di sbarramento che stangheranno tutti i partiti che non saranno in coalizione.

Fa tutto lui, il segretario candidato presidente. Un maschio ovviamente. Il buon padre di famiglia che decide per tutti e tutte, anche perchè nel frattempo il Partito così come lo si conosceva fino a non troppo tempo fa,  non esiste più. Le donne sono qui, venghino venghino: c’è la rossa, c’è la bruna, c’è la bassa, c’è quella più alta. Sono brave belle e buone, hanno fatto questo e quest’altro. Parlo io che so parlare per tutte. Sai come sono le donne, dovessero iniziare a emozionarsi e a dire tante cose. Non sia mai si lagnino di quando le abbiamo emarginate e segregate politicamente, di quando abbiamo fatto finta che non ci fossero, di quando le abbiamo usate come schermo per le storie più discutibili.

Michele Emiliano pensa di essersi messo la coscienza a posto: e con lui tutto il PD pugliese. Mettiamole capolista: ma questo significa aiutarle a farsi eleggere? Sostenerle concretamente? Ma no, niente affatto: poi toccherà a loro affrontare la campagna elettorale, sostenerne i costi proibitivi, convincere gli elettori a sceglierle. E sì perchè, paradossalmente, la minorità femminile si conferma proprio quando sembra che qualcuno stia aiutando la causa.

Per cui alla fine, faremo i conti: quante di queste sei animali da esposizione saranno state effettivamente elette. O se invece non si sarà trattato di una immensa e demagogica presa per i fondelli. E viste le condizioni di tutti partiti, sinistra “radicale” compresa, anche per questo “giro” per le donne è andata male, malissimo.