Una manna: lo spostamento al 7 Giugno delle regionali. Perchè ci vuole tempo per capire e sistemare, dare un assetto comprensibile e possibilmente vincente al marasma politico pugliese. I guai più grossi, al momento, li stanno passando nel centrodestra. Francesco Schittulli rischia di doversi rimangiare la candidatura se Raffaele Fitto dovesse concretizzare la “minaccia” di candidarsi da solo a governatore.

Chi lo conosce è disposto a scommettere che Raffaele non solo non si tirerà indietro, ma andrà avanti a testa bassa, costi quel che costi, pur sapendo che senza l’appoggio di Forza Italia, la sua vittoria potrebbe essere solo frutto di un miracolo. Ma forse gli interessa concludere la demolizione di Forza Italia (non solo in Puglia) e dimostrare a Berlusconi e alla sua cerchia di aver sbagliato tutto con il commissariamento del partito. E d’altronde, neanche Schittulli avrebbe speranze senza il supporto di Fitto e dei suoi. Nel politichese corrente che gli piace tanto usare, l’oncologo parla di “unità di tutto il centro destra” come unica condizione perchè la sua corsa continui. Ma già dovrebbe essergli chiaro che questa unità non esiste, anzi non è mai esistita.

Nel centro destra tutti, a parole, volevano le primarie: salvo poi non farle. Oggi l’ex galassia berlusconiana è un arcipelago impazzito e litigioso, molto lontano da una qualsiasi ricostruzione e riassetto complessivo perchè, probabilmente, Silvio Berlusconi è ancora lì che comanda e decide per tutti, come ai bei tempi. Un po’ difficile ricostruire e rifondare niente se il padre nobile non ha ancora (politicamente sia chiaro) tirato le cuoia.

Sarà interessante vedere cosa accadrà in Veneto, con Berlusconi appiattito sui nazionalsocialisti Salvini e Zaia: dovesse perdere anche lì, allora si aprirà la partita finale per l’ex Cavaliere Mascarato.

Tornando in Puglia, Michele Emiliano continua il suo tour delle Sagre del Programma, una per ognuna delle sei province pugliesi. Ha anche lui i suoi guai ma li sta trattando come l’elefante infastidito dal moscerino persistente: sa benissimo che Nichi Vendola deve apparentarsi con lui per sperare in almeno un consigliere regionale (e in questo caso dovrebbe essere il buon Guglielmo Minervini, che resta nel PD ma si candida con una lista vendoliana). Il resto della coalizione è fatta, oltre al PD, da due liste personali (in una delle quali si candida il Prefetto di Bari Antonio Nunziante cui Emiliano ha proposto in caso di elezione la presidenza del Consiglio Regionale) e dalla lista dei Popolari (“il cuore della coalizione” come precisa il regista del rassemblement Giacomo Olivieri), assolutamente schierati con Michele Emiliano, “senza che alcuno si faccia strani film” di un improvviso cambio di sponda, visto l’annuncio di Fitto.

Michele Emiliano non è preoccupato nemmeno dalle voci che fanno di Nichi Vendola un ipotetico sfidante di Fitto per un terzo mandato presidenziale. L’ex sindaco di Bari sa benissimo che a questa tornata elettorale mancheranno all’appello tutti gli elettori della sinistra pugliese che, attualmente, non si sentono rappresentati neppure dalle nuove capriole di Nichi Vendola. Insomma, tutti lavorano per Michelone.