Sette dall’opposizione e due dalla maggioranza: vanno dal notaio e firmano le loro dimissioni, con l’effetto di far cadere seduta stante l’Amministrazione Comunale di Noicattaro. Giuseppe Sozio, il Sindaco, appena sa della “rivolta” bipartisa, corre a sua volta, in tarda serata, a dimettersi. Ma le sue dimissioni sono inutili, quelle vere e valide perchè immediate, sono già state depositate dai suoi Consiglieri.

Finisce così dopo quasi quattro anni, la vicenda del Comune in provincia di Bari, una delle più intricate e caotiche che la cronaca amministrativa pugliese ricordi.

Un Sindaco eletto con una maggioranza che poi si trasforma nella sua stessa opposizione, oltre 15 assessori cambiati, gli ultimi due appena nominati, non hanno visto nemmeno un Consiglio Comunale e, ovviamente, preso alcun provvedimento.

“Un comune abbandonato a se stesso, drammaticamente oppresso da una situazione insostenibile, specialmente per quanto riguarda i rifiuti e i tributi: due settori strategici per qualsiasi amministrazione” ci dice affranto Gerardo Decaro, consigliere di Realtà Italia, fra i sette firmatari di opposizione.

Decaro tenta di spiegare il caso-Noicattaro e non è affatto semplice. Il dato di fondo è il marasma, politico e amministrativo, l’estrema liquidità degli schieramenti, l’irrilevanza delle vecchie appartenenze politiche, la quasi impossibilità di distinguere fra “destra”, “centro” e “sinistra”, cosa che del resto accade anche a livello nazionale.

Una giunta ballerina e instabile, che cambia ad ogni piè sospinto macinando persone, vite ed esperienza, di fatto nullificando l’azione amministrativa, qualcosa a metà fra un romanzo di Kafka e un film di Bunuel. Il fascino discreto della mediocrità che in un centro medio-piccolo come Noicattaro assume luci grottesche, al limite del ridicolo, con una cittadinanza sempre più delusa e distante dalla politica partecipata.

Un vero e proprio ballo di gruppo, se la metafora è consentita, dove nessuno occupa per più di qualche secondo la stessa posizione ma questo non impedisce all’Amministrazione di durare per quasi quattro anni, senza che nei fatti, si faccia qualcosa di concreto e duraturo.

“Io, comunque, non mi arrendo” dice Decaro, che attorno alla sua personale partecipazione come Consigliere di Realtà Italia ha cercato di tenere viva l’attenzione comune soprattutto sui grandi temi del sociale e della solidarietà. E quando gli chiediamo se ha deciso di imitare il suo quasi omonimo primo cittadino di Bari, candidandosi a Sindaco, risponde sorridendo: “Non scherziamo”. E chi scherza?