Terry Marinuzzi, Maria Pia Vigilante, Annamaria Ferretti, Ketty Nardulli, Olga Gasparro. Si sono dimesse in cinque, dal direttivo degli Stati generali delle Donne, lasciando praticamente sola la Presidente, Lorena Saracino. La notizia, però, è passata pressoché inosservata. Gli Stati Generali, sono in pratica paralizzati e inutilizzabili, dopo che erano stati annunciati e minacciati sfracelli “politici”, poi miseramente naufragati, forse traditi, sotto la batosta del Consiglio Regionale Pugliese che ha sputato in faccia alle donne, in modo beceramente bipartisan, eliminando dalla nuova legge elettorale ogni cenno alla parità di genere e alla doppia preferenza sulla scheda.

Un lobbismo di genere che, nella pratica fattuale, ha prodotto molto poco, per la comunità. Ma che adesso, con ogni probabilità, potrebbe preparare qualche prospettiva politica per chi è rimasto a reggerne le sorti. Forse per la coppia di ferro costituita da Magda Terrevoli, Consigliera di parità in Regione, in “quota” SEL; Lorena Saracino, molto vicina al PD, giornalista politica del Corriere del Mezzogiorno e la terza di schieramento “opposto”; Nunzia Bernardini, pare (al momento) gravitante in area schittulliana.

Insomma, una bella spartizione “alla Veronica” (il femminile di Nazareno…), tanto per chiarire: una lobby che non fa massa critica per la comunità di genere, ma che “mette cappello” sulle iniziative più varie purché in nome e per conto di un “marchio politico” preciso: insomma, un partito o un movimento, ovviamente controllato da maschi.

Le cinque, che si sono dimesse ognuna a titolo personale e in momenti diversi, si sono sentite strumento passivo nelle solite mani (maschili) occulte ed esperte. Un gesto per cui c’è voluto un enorme coraggio, viste le pressioni che sono seguite. Pressioni che la dicevano tutta su quanto le cinque dimissioni avessero scombussolato i piani della triade Saracino-Terrevoli-Bernardini, specie in vista delle prossime regionali.

Il silenzio assordante, a parte qualche can can propagandistico-giornalistico di scarsissimo effetto, che è seguito all’approvazione della nuova legge elettorale regionale, parla più di una lunga serie di editoriali (che peraltro, al momento, nessuno ha scritto).

E in attesa di sentire la campana della Presidente, da noi contattata ma senza successo.