L’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella sta provocando, come uno tsunami, onde lunghe e disastri anche nei luoghi meno immediatamente riconducibili agli scenari nazionali. In Puglia, la situazione di Forza Italia sta sfiorando la tragicommedia.

In realtà la tragicommedia ha travolto l’intero centro destra: i democristiani dell’UDC hanno ormai chiuso un patto elettorale con il PD di Michele Emiliano (di cui in verità si sapeva anche prima delle primarie),  che peraltro, adesso ha ripreso a corteggiare SEL, invitando Nichi Vendola a ripensare alla candidatura di Dario Stefano e a “unire le forze” per “vincere”.

Gli Alfaniani sono spaccati in Puglia come nel resto d’Italia. E nessuno, in quello che fino a pochi mesi fa era il centrodestra pugliese, si ricorda più di aver buttato a mare una candidatura molto valida per la presidenza della regione Puglia, quella di Francesco Schittulli, ex presidente della Provincia di Bari, che ha invano e a lungo chiesto di poter verificare con le primarie le sue aspirazioni.

In Forza Italia aspettano che il capo, Berlusconi, decida il nome. Pur di levarselo di torno, Berlusconi ha più volte invitato Raffaele Fitto a sfidare lui Michele Emiliano, sapendo che Fitto ha ben altro per la testa che la presidenza della sua regione. E rendendosi conto che la partita della leadership nazionale è molto più importante.

L’elezione di Sergio Mattarella ha dato un colpo mortale alla credibilità politica di Berlusconi, che avendo accanto solo proni esecutori di ordini, ha praticamente svuotato nei fatti e negli effetti l’azione di Forza Italia e dell’intero centrodestra.

Non a caso, nel vuoto pneumatico a destra creatosi con la vittoria su tutti i fronti di Renzi e della sua versione del PD, si è già infilato Matteo Salvini e la sua Lega Nord nazional-socialista. Con qualche lacchè già pronto a esportare, eventualmente anche a sud, il messaggio irresistibile degli ex (al momento) separatisti, fissati con l’immigrazione e l’uscita dall’Euro.