regionali Puglia

Le primarie non sono un dogma, ma certamente rappresentano al momento lo strumento più adeguato per coinvolgere i cittadini nella scelta dei candidati e per riannodare il filo spezzato del rapporto con gli elettori, evidentemente compromesso – come dimostra il forte astensionismo e il ridimensionamento del nostro partito alle ultime regionali – dall’assenza di una linea chiara e coerente con i principi e i valori liberali a cui Forza Italia iscrive la propria storia che si evince sia nella sostanza che nel metodo.

Per l’appuntamento con le regionali in Puglia, dunque, sarebbe bene fare presto, ma senza perdere di vista la necessita’ di rinnovare sia il metodo che la sostanza. Le primarie sarebbero un segnale forte e positivo per i nostri elettori e per quanti attendono una proposta politica credibile. Il tempo per dare la parola ai cittadini pugliesi perche’ contribuiscano a scegliere il candidato presidente del centrodestra c’e’ tutto. Come, sono certo, ci sarebbe una forte partecipazione alle nostre primarie perche’, come abbiamo potuto constatare nelle iniziative promosse in queste settimane, a partire da quella sulle tasse, i nostri elettori – e non solo – ci sono e vogliono essere protagonisti del rinnovamento” (Luigi D’ambrosio Lettieri, Senatore di Forza Italia).

Le prossime regionali di Puglia (tarda primavera del 2015) non saranno certo un duetto fra giganti. Il bipolarismo, se mai c’è stato, ormai appartiene a una stagione morta. Oltre a Michele Emiliano (che rappresenterà un centro sinistra molto accentrato, visto che non è affatto sicuro che SEL e i vendoliani si accodino dopo le terribili mazzate scambiate alla vigilia delle primarie), è molto probabile un candidato dei Cinque Stelle (che hanno iniziato a contattare potenziali elettori via e-mail), uno “centrista” (ammesso che che NCD e amici di Mario Mauro non confluiscano ad appoggiare il candidato di Forza Italia), uno della cosiddetta Sinistra Radicale, uno della Lega Nazionale di Salvini, o come si chiamerà e, almeno così sperano i forzisti, uno che riporti Forza Italia al centro dell’agone politico regionale, insieme a qualche frattaglia di alleati raccolti qui e lì.

Francesco Schittulli, che sembrava l’uomo destinato a far risorgere e rinforzare il vecchio centro destra pugliese, non è per nulla sicuro di questo suo destino. Di sicuro non andrà al massacro: lo ha evitato quando si è trattato di scontrarsi con Antonio Decaro, lo eviterà se non si sentirà più che sicuro di vedersela per lo meno alla pari con Michele Emiliano.

Il vero guaio di Forza Italia, però, appare la sua schizofrenia: a Roma nessuno vuole le primarie, come del resto mai hanno voluto. in Puglia le vuole assolutamente Raffaele Fitto. Che però adesso preferisce stare a guardare i suoi che giocherellano al tavolo delle “trattative”, palleggiandosi fra sostanziali fantasmi elettorali, con tutto il rispetto per coloro che li hanno votati ed eletti, e un nulla programmatico spaventoso. Sullo sfondo due percentuali da paura: le astensioni e il consenso elettorale in caduta libera del partito di Silvio Berlusconi. Senza, ovviamente, concludere niente.

In questa sorta di palude nebbiosa e mefitica, in cui nessuno si preoccupa del possibile successo elettorale del neonazismo di Salvini (cui guardano estasiati gruppi come Forza Nuova, la Destra, Fratelli d’Italia e i fasciodelusi da Beppe Grillo), alligna già qualche caimano affamato. Se il centro destra farà le primarie (se..), per esempio, Enzo Magistà potrebbe concorrere per la “società civile” (espressione utile per dire tutto e niente, come fosse il cassonetto dell’indifferenziata, dove si butta ciò che non può essere utilizzato o riciclato).

Chissà come la vede, per esempio, Nino Marmo (FI), il primo a candidarsi alle primarie fantasma: per anni ha denunciato tutti soldi che la Regione governata da Vendola ha elargito a vario titolo a Telenorba, di cui Magistà è direttore di testata e fiduciario di ferro della famiglia Montrone. Siamo qui a chiederglielo. Consigliere Marmo: come la vede, lei, questa “candidatura”?

Potrebbe essere un’altra istigazione all’astensione. O al suicidio sicuro per il centro destra pugliese.