Ormai agli sgoccioli, la più antica istituzione dell’Italia unita, coeva della stessa unità, sta per morire. E questa volta sarà per sempre. Nonostante i tanti rigurgiti “federalisti” e la voglia di decentramento, le vecchie care province, primo baluardo dell’immortale campanilismo italiano, sono ormai quasi un palido ricordo.

Le aree vaste e le città metropolitane le stanno sostituendo: una riforma che non ha usufruito però di quella discussione e di quel consenso che pure avrebbe meritato dopo oltre 150 anni di onorato servizio. Una riforma che, forse, non ha ricevuto nemmeno la necessaria attenzione da parte di esperti e studiosi italiani, a volte troppo presi dalle contingenze e dalle aperte sciocchezze di moda, come la fuoriuscita dall’Euro (per giunta tramite “referendum popolare”) o altre amenità simile.

Ecco che dunque appare quanto mai opportuno il saggio scritto da Fiammetta Fanizza, sociologa, ricercatore e docente dell’Università di Foggia, molto semplicemente e chiaramente intitolato, per i tipi della Laterza, una delle vere e grandi eccellenze dell’Italia migliore.

Fanizza si chiede e ci spiega come questa cancellazione così fortemente voluta e così poco discussa e analizzata potrà ricadere sulle popolazioni “locali”, abituate da sempre a riconoscersi in un territorio e a goderne delle caratteristiche unificanti e aggreganti.

Si chiede e si spiega come l’abrogazione di un’autorità e di un’entità decisionale e amministrativa ricada nei fatti e negli effetti sulla vita di questi territori, con una autentica crisi referenziale che non può non avere effetti deleteri sull’intera comunità, cui è stata tolta una fonte amministrativa senza che le nuove aree vaste e aree metropolitane abbiano ancora davvero iniziato a funzionare.

Una delle parti più interessanti del saggio, forse, inizia a pagina 26, con un excursus del dibattito sulla Provincia sin dalla sua istituzione, praticamente insieme all’Unità della Nazione. Interessanti e impressionanti, per il cumulo di storia e di fatti, di vicende e di discussioni che oggi appaioni come cancellate da un rapido colpo di spugna.

Fanizza è attualmente impegnata in un tour di presentazione del suo testo, occasioni, come quella a Bari proprio nel bellissimo palazzo della Provincia ormai vuoto, dove non manca mai chi le rimpiange e azzarda timidamente un periodo ipotetico dell’impossibilità: “se avessero abrogato le Regioni” si dice a bassa voce “sarebbe stato meglio”.