Primarie aperte, anche alla società civile, condivise, con un appello, in particolare a NCD e UdC, a riprendere, da subito, un percorso di alternativa al governo regionale uscente di centrosinistra, condividendo le decisioni da assumere al tavolo delle regole per le consultazioni primarie per la individuazione del candidato presidente del centrodestra alle prossime elezioni regionali.

È questo il cuore del documento politico, sintesi dell’incontro di Monopoli “La Puglia riprende colore: Forza Italia Puglia verso le primarie”, con un ampio confronto sul tema tra il leader pugliese Raffaele Fitto, il coordinamento regionale, i quadri dirigenti, parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, presidenti di Provincia e coordinatori provinciali del partito.

Nulla di nuovo o di sorprendente, in realtà. Tanto da far pensare al cronista un po’ birbante che questa kermesse sia servita più che altro a contarsi e a capire come stiano le cose in Puglia, alla vigilia di un consultazione “interna” alla coalizione che dovrebbe individuare il candidato presidente per la Puglia.

Sulla carta e nelle conclusioni di Raffaele Fitto, l’alleanza di centrodestra, che dovrebbe affrontare le primarie il 23 di Novembre, è sempre quella che ha perduto le ultime amministrative di Bari, con la debacle di Mimmo di Paola: Forza Italia, Movimento politico Schittulli, Fratelli d’Italia, Nuovo Centro Destra, Nuovo PSI, Puglia Prima di Tutto, La Destra e I Socialdemocratici.

La realtà è molto diversa. Il centrodestra è una galassia in frammentazione, forse irreversibile. Con il Nuovo Centro Destra di Massimo Cassano in rotta di avvicinamento al Movimento Schittulli e ad altri lacerti centristi.  L’anomalia romana, di un NCD al governo con Renzi, mentre FI è all’opposizione con SEL, potrebbe presto riprodursi in Puglia e chissà anche in altre regioni italiane.

Schittulli, per esempio, non ha mai detto di volersi confrontare con le primarie, mentre è nota la posizione di Cassano che, dopo averle chieste ad ogni piè sospinto al momento della candidatura “unitaria” di Di Paola, le ha poi rinnegate per le regionali.

Fitto continua a sostenere  la “grande forza di uno strumento – quello delle primarie – che legittimi una scelta dal basso sul territorio e che deve mettere in atto un vero processo di partecipazione popolare”. Ma, al momento, sono parole. Pronunciate anche per interrompere il silenzio assordante di una alleanza che ha ormai esaurito ogni funzione propositiva e costruttiva.