Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta ai candidati del centrosinistra alle primarie, scritta dal Presidente del Consiglio Regionale della Puglia, Onofrio Introna:

In molti avevamo pensato, quasi tirando un sospiro di sollievo, che una volta decise le date delle Primarie del Centrosinistra – 22 settembre per la presentazione delle candidature e 30 novembre per la scelta del candidato presidente della Regione – il clima della coalizione pugliese sarebbe tornato normale. Ci eravamo sbagliati. Ha avuto inizio nella confusione generale una indecifrabile corsa quasi a delegittimare quanti fino ad oggi hanno dichiarato la disponibilità a proporsi al voto dei progressisti pugliesi. Si è assistito a inopportune esibizioni, a nuovi arrivi e adesioni, alla calca dei supporter, che rischiano di trasformare la Casa del Centrosinistra in un rumoroso suk arabo.

È una deriva da frenare subito. Come farlo? Recuperando innanzitutto lo spirito originario della competizione, che resta quello di una festa democratica della partecipazione popolare. La competizione deve tornare a rivolgersi ai contenuti. Le Primarie non possono ridursi ad una vetrina di sterili vanità o ad una mera esibizione di forza. Mi chiedo se il futuro della Puglia resti ancora il vero oggetto del confronto. La gente di questa regione, che si riconosce o che potrebbe riconoscersi nell’area della sinistra riformista e progressista, ha il diritto di sapere cosa pensano gli aspiranti presidenti sul ruolo che la Puglia dovrà assumere nel prossimo quinquennio, rispetto alle politiche nazionali e al rapporto con l’Unione Europea.

I pugliesi vogliono conoscere il modo in cui gli aspiranti governatori intendono affrontare temi come quelli dell’immigrazione, che vede a tutt’oggi la Puglia affrontare da sola il dramma degli sbarchi sempre più numerosi – soprattutto a Taranto – di bambini, donne, uomini che fuggono dalla loro terra spinti dalla fame, dalle guerre, dalle persecuzioni. E parlando della città ionica, non potranno mancare idee e progetti chiari che le consentano di avere un futuro meno condizionato dall’Ilva, di puntare alla difesa dell’ambiente, di garantire la salute dei cittadini e un’avanzata e moderna riconversione industriale.

E, ancora, come condurranno l’estenuante confronto sulle perforazioni in Adriatico e Jonio e sui danni all’economia turistica, balneare, della pesca e della navigazione, che ha visto finora la Puglia spesso inascoltata dai Governi romani? O più semplicemente, quanto alle scelte in attesa del piano energetico nazionale, come si immagina di coinvolgere il Governo Renzi in un dialogo che, partendo dall’importante contributo che la produzione pugliese di energia da fonti fossili e rinnovabili offre alla bolletta energetica del Paese, consenta di programmare scelte appropriate? Ai pugliesi che affolleranno i gazebo dovrà essere consentito di potersi esprimere anche sulle autorizzazioni statali a perforare i nostri mari o a far approdare gasdotti nel Salento.

E cosa hanno da dire degli altri tavoli che vorremmo aprire con Roma? Dei tagli orizzontali alla giustizia, con la soppressione dei tribunali minori, alla scuola, alla Pubblica Amministrazione? Dei trasporti ferroviari da serie B e dell’Alta Velocità sulla linea adriatica e dell’Alta Capacità sulla Bari-Napoli, tuttora vanamente attese? Tutti hanno diritto di sapere dagli aspiranti governatori quale atteggiamento dovrà assumere la Puglia di fronte alle “violenze” che le vengono inflitte, quando le nostre agricoltura e olivicoltura vengono vistosamente penalizzate nella programmazione PAC ad ingiusto vantaggio degli allevatori e produttori di latte del Centro Nord.

Come affrontare i dati negativi della Svimez, che ci parlano di una caduta senza freni degli indicatori produttivi del Mezzogiorno, mentre la Puglia si sforza di tenere, pur soffrendo? E dopo la lettura dei dati negativi del PIL nei primi due trimestri del 2014, che segnalano il ritorno della recessione, non ci si dovrà forse impegnare a spingere il Governo nazionale a convincere l’Europa a prendere atto della necessità di alleggerire i vincoli ai bilanci e di sottrarre la spesa per investimenti ai lacci del patto di stabilità? Sono necessariamente alcuni dei nodi attraverso i quali andrà raccolto il consenso dei pugliesi, per consentirci di costruire il futuro della Puglia.

Stiamo chiudendo dieci anni di buon governo e di apprezzata stabilità politica che Nichi Vendola ha saputo realizzare, col sostegno del Centrosinistra, mettendo in campo politiche efficaci e innovative, che hanno saputo tutelare i diritti del mondo del lavoro e garantire opportunità al mondo delle imprese. In questo quadro positivo, non è forse legittimo attendersi un cambio di rotta e una pausa di riflessione da Michele Emiliano, Dario Stefàno, Guglielmo Minervini – tutti validissimi e straordinari compagni di viaggio in quella che è stata e rimarrà per tutti la bella stagione della primavera pugliese – e da quanti ancora nelle prossime settimane vorranno annunciare la propria candidatura alle Primarie del Centrosinistra?

Sono certo che per loro non sarà difficile tornare sul sentiero della normale concretezza, sul quale ritroveranno lo spirito vero delle Primarie: offrire ai cittadini, sulla base di un chiaro messaggio programmatico, la possibilità di scegliere liberamente il candidato o la candidata ai quali affidare l’onore e l’onere di accompagnare la Puglia, col coinvolgimento delle forze autenticamente progressiste, verso una nuova e più ambiziosa stagione politica, individuando nuovi traguardi, capaci di garantire sviluppo sicuro e “pulito” e certezze di pace sociale.

 

Onofrio Introna
Presidente dei Socialistideuropa
già coordinatore del Centrosinistra pugliese