La Tassa sui servizi indivisibili avrà tre aliquote, del 3, del 4 e del 6 per mille, a seconda che si applichi a immobili di civile abitazione, immobili destinati a locazione con canale convenzionato e abitazioni di pregio. La tassa porterà nelle casse comunali circa 38 milioni di euro, a ripianare i fondi tagliati dallo stato centrale nelle ultime finanziarie.

Molto polemiche le opposizioni, rappresentate da Forza Italia, lista Desiree, nuovo Centro Destra, impegno civile, Movimento 5Stelle, che hanno lamentato soprattutto la mancanza di discussione e i tempi ristrettissimi per l’approvazione.

Il gruppo di Realtà Italia, che fa parte della maggioranza, aveva richiesto un emendamento in modo da poter aumentare le esenzioni a favore delle categorie più disagiate. Ma il Sindaco ha risposto che tale riparto avrebbe penalizzato le locazioni convenzionate, incoraggiando un ritorno del nero.

La votazione ha visto 20 favorevoli, 11 contrari e un astenuto.

Sul fronte Imu, invece, sono state confermate le aliquote agevolate del 4 per mille in favore degli immobili affittati a studenti e a canone concordato. Per teatri, cinema, sale per concerti, sale per spettacoli dal vivo dotati delle licenza di pubblico spettacolo, rispetto ai quali è possibile dimostrare lo svolgimento di attività nel corso dell’intero anno d’imposta, l’aliquota passa dal 10,6‰ al 7,6‰, ma su questa misura c’è molto da dire, come dimostra la nostra inchiesta.

Infine, è stata prevista l’aliquota del 6‰ per gli immobili di pregio di categoria catastale A1, A8 e A9 (il Castello Svevo per intenderci, esente al pagamento IMU), che però sono esentati dal pagamento della TASI.