Pressato da ogni lato, tirato di qua e di là per la giacchetta (come si usa dire), a pochissime ore dall’investitura ufficiale, Antonio Decaro è diventato il nuovo sindaco di Bari anche compiendo un giuramento davanti alla redazione di Epolis, il quotidiano gratuito diretto da Dionisio Ciccarese.

Un giuramento che lo impegnava a scegliere i suoi assessori e le sue assessore senza condizionamenti da parte dei politici dei vari partiti e a tener conto di criteri esclusivamente legati alla competenza e alla disponibilità reale nell’impegnarsi allo spasimo per realizzare il programma e non certo a passare solo qualche giorno al mese in assessorato, pensando magari alle prossime regionali.

Quello che sta accadendo in realtà è che Decaro, che aveva annunciato entro i primi dieci giorni dall’insediamento, una giunta composta per metà da donne, si trova al centro di un fuoco incrociato di richieste e di pretese, il cui fenomeno più evidente è stata la conferenza stampa di Marco Lacarra, assessore uscente ai Lavori pubblici che ha reso noto il suo dissenso circa l’idea molto renziana e molto decariana di cinque donne su dieci assessori.

Lacarra apparentemente contesta la bontà assoluta di questa parità di genere pressochè perfetta perchè, in poche parole, non è sufficiente essere donna ed essere esordiente per comportarsi da buon assessore. Ragionamento che non farebbe una grinza se non si sapesse che lo stesso Lacarra ambisce a rimanere al suo posto anche se ha in programma, molto presto, la campagna elettorale per le prossime regionali, forte del suo consenso (è il primo degli eletti, nel PD) conseguito alle comunali.

Su queste pressioni interviene senza remore Giacomo Olivieri, presidente di Realtà Italia, il secondo partito della coalizione di centro sinistra: “Io dico solo che Antonio Decaro va lasciato lavorare in pace, senza pressioni di alcun genere e badando esclusivamente al bene della città” afferma Olivieri.

“Chi lo ha sostenuto in campagna elettorale, lealmente e senza retroletture, deve continuare ora più che mai a sostenerlo perchè adesso comincia il difficile e il complicato di questa situazione” prosegue.

“Per quello che riguarda noi di Realtà Italia, siamo davvero sconcertati da queste pressioni e insistenze. Abbiamo e avremo il massimo rispetto per le sue scelte che comunque dovranno essere valutate solo dall’elettorato e non certo dai partiti della coalizione. Invito pertanto tutti a lasciare in pace Antonio. Giù le mani da Decaro, questo è il mio pressante consiglio alla coalizione” conclude.

Con un pensiero (ma questa è un’illazione del cronista) a chi come Marco Lacarra pretende di fare l’assessore ma ha già in testa le prossime regionali o ad Alfonso Pisicchio, un vicesindaco part time (con delega anche alle Aziende) che però non ha mai preso l’aspettativa e ha continuato a fare il suo lavoro di docente, come se a Palazzo di città ci fosse solo un Hobby sa seguire e non un altissimo impegno civico, amministrativo e politico.