Povero Mimmo Di Paola. Siamo in par condicio, lo sappiamo, ma questa volta non possiamo fare a meno di esprimere la nostra vicinanza e tutta la solidarietà possibile al candidato sindaco del centrodestra o di una parte di ciò che resta del centrodestra. Oltre che per il possibile sgambetto-amico all’ultimo momento, Domenico Di Paola rischia di perdere le elezioni per ciò che sono riusciti a fare – o meglio a non fare – gli esperti della comunicazione che si sono succeduti al suo fianco (e non gratis ndr.) da quando ha annunciato la sua discesa in campo.

Allontanati gli autori dell’anonimo “Mimmo Di Paola c’è”, ecco affacciarsi gli innovatori del “Bari merita tu”. L’ennesimo flop comunicativo per il povero Mimmo, che proprio non riesce a fare breccia. Gli avversari ringraziano e tirano un sospiro di sollievo, soprattutto perché a questo giro non si sono spremuti più di tanto le meningi per mettere in piedi una comunicazione “asatta-asatta”.

All’inizio abbiamo pensato a un errore di stampa, poi, informandoci meglio, abbiamo saputo che era tutto corretto, si fa per dire. È vero, in poesia e nella comunicazione le licenze sono permesse, ma la frase sgrammaticata comparsa sulle gigantografie di Di Paola va oltre, molto oltre.

Qual è stata la fonte dell’ispirazione, che non ha convinto neppure zia Teresina, la signora di 70 anni che abita nel palazzo su cui campeggia il manifesto? Gli specialisti sostengono che la comunicazione – quando è fatta bene – incida per il 6-7%  nel risultato elettorale. Quello della campagna elettorale di Di Paola rischia di essere l’eccezione al contrario che conferma la regola. Un vantaggio, però, c’è. Se dovesse andare male il 25 maggio, Di Paola saprebbe con chi prendersela: sé stesso. E pensare, che c’era qualcuno pronto a scommettere su una sua vittoria a mani basse al primo turno. Intanto Antonio Decaro gongola.