Passata la sbornia di iniziative in concomitanza con la Giornata della Donna, tutto torna alla normalità. Mai come quest’anno, gli appuntamenti per riflettere sulla condizione del mondo femminile abbondavano. Ben venga, per carità, lungi da noi l’idea di esserne contrari. Però…però succede che, dalla retorica, siamo passati alla “contro-retorica” e alla “contro-contro-retorica”: rendiamo omaggio alla donna e riflettiamo, basta con questi luoghi comuni la donna va rispettata tutto l’anno, non regalatemi le mimose per piacere, l’appartenenza di genere non è un valore, etc. etc.  Su questo, neanche le donne sono daccordo, come è successo questi giorni in parlamento per le quote rosa.

In tale quadro, riceviamo e pubblichiamo una mail dal portavoce delle liste che sostengono Desirée Digeronimo alle prossime elezioni comunali:

Come ogni anno, in occasione della festa della donna, si sprecano le iniziative finalizzate alla celebrazione della gentile ricorrenza. Eventi istituzionali si susseguono, rivendicano il diritto di parola per la donna, rimarcano la centralità del suo ruolo. Periodicamente vengono proposte forme di inclusione, finanche leggi ad hoc come quella sulle ‘quote rosa’.

Quest’anno, quasi in concomitanza con la querelle scoppiata in Parlamento sulla parità di genere, si sono tenuti a Bari gli ‘Stati Generali delle Donne’, evento che ha stimolato diverse discussioni sul ruolo del ‘gentil sesso’ nella società contemporanea. La gran parte dei candidati alla carica di Sindaco alle prossime elezioni Amministrative non ha potuto fare a meno – per ovvie ragioni – di partecipare al convegno. Le principali testate locali non si sono lasciate sfuggire l’occasione per raccogliere le impressioni di alcuni esponenti politici.
L’ultima settimana è stata, dunque, caratterizzata dalla profusione a piene mani di tanti bei discorsi sulla dignità delle donne e da innumerevoli petizioni di principio in favore della promozione in ogni campo della ‘sensibilità femminile’. Un tale coacervo di buoni propositi, da far riaffiorare larvatamente alla memoria alcune suggestioni tipiche del movimento ‘femminista’ sessantottino.

Senonché, proprio in quest’ultima settimana, è accaduto che – in spregio ai professati intenti – le donne si sono nuovamente divise allorquando si è trattato di votare una legge elettorale che introducesse quote a loro riservate, non sono riuscite ad essere trasversalmente unite – superando i diktat dei partiti di appartenenza – nel momento in cui sono state chiamate a dare forza ad una proposta in loro favore, a qualcosa che potesse dare un’impronta finalmente femminile al sistema politico tout court.

Di questi tempi, accade anche che in una Città come Bari si registri per la prima volta la candidatura a Sindaco di una donna, svincolata da interessi di partito, espressione di una parte della cittadinanza attiva, già nota per essere stata in prima fila nella lotta contro la criminalità organizzata. Ciononostante, le donne stesse rischiano di disperdere il loro consenso e il loro voto in mille altri rivoli, tutti destinati – per forza di cose – a confluire nell’enorme delta costituito dal bacino elettorale di qualche uomo.
Paradossale vero?

Non capita soltanto che le donne declinino la possibilità di essere unite, di esprimere una loro rappresentante, ma anche che le principali testate locali, a distanza di qualche giorno dagli ‘Stati Generali delle donne’, continuino a raccogliere le impressioni esclusivamente di politicanti uomini e comunque tralascino di raccogliere la testimonianza dell’unica donna candidata Sindaco a Bari.

È ciò che è successo e sta succedendo proprio di questi tempi, nei quali Desirèe Digeronimo viene sostanzialmente obnubilata dalla gran parte dei giornali (e delle giornaliste), nonostante l’innegabile novità rappresentata dalla sua candidatura.

Da tutto ciò derivano alcune considerazioni di segno diverso!

– Checché se ne dica, le donne hanno un nemico che si oppone ancora al loro processo di emancipazione.
Questo avversario non sempre è l’uomo, di certo non esente da colpe.
All’origine del naufragar di progetti in favore del gentil sesso v’è di frequente l’avversione delle donne stesse,
che ancora oggi non esitano a schierarsi spesso l’una contro l’altra.

– Dunque, mille risme di carta e miriadi di parole saranno senz’altro utili a focalizzare l’attenzione sul tema, ma, sino a quando non si registrerà una spontanea coesione tra tutte le donne, non squarceranno mani quel velo di ipocrisia a cui si ricorre quando si tratta di giustificare le svariate ingiustizie sociali che accadono in loro danno.

In questo scenario, in cui l’emancipazione femminile appare ancora una chimera, i Movimenti che sostengono la candidatura di Desirèe Digeronimo a Sindaco di Bari invitano le donne a fare finalmente fronte comune, a riconoscersi subito in quella che potrebbe e dovrebbe essere una loro naturale portavoce, ad essere partecipi per tempo di un fenomeno che per la prima volta può implementare una genuina e durevole attenzione per i loro diritti.
Perché Desirèe è figlia, è mamma, è sorella, è donna a tutto tondo, e – soprattutto per questo – è in grado di porre al bando i soprusi e le prevaricazioni di cui ancora troppo spesso gli uomini si rendono colpevoli, di porre fine all’ipocrisia di genere che regna sovrana e di incarnare quella ‘svolta gentile’ di cui Bari ha davvero bisogno.

Il portavoce delle liste che sostengono la candidatura di Desirèe Digeronimo a Sindaco di Bari
Roberto Varricchio