L’eterna vicenda di Punta Perotti continua a sollevare polemiche. Galeotto fu il post di Domenico Di Paola sulla sua pagina Facebook:

«Non si possono continuare a prendere in giro i cittadini. La corte europea ha stabilito che l’abbattimento dei palazzi di Punta Perotti è stato illegittimo, tant’è che sono stati pagati i danni ai costruttori. Detto questo sono dell’avviso che in un momento come questo, in cui il lavoro e l’occupazione sono le priorità assolute, qualsiasi progetto deve essere considerato tesoro da guardare con estrema attenzione. Chiunque voglia fare impresa, rispettando le regole ovviamente, deve essere messo nelle condizioni di poterlo fare perché è un modo per creare posti di lavoro, favorire gli investimenti e far ripartire l’economia».

La replica di Decaro non si è fatta attendere, a stretto ha replicato sempre via Facebook con un post molto lungo di cui pubblichiamo alcuni estratti:

«Prendo atto del fatto che Mimmo Di Paola si sia pentito di aver detto una bugia ai baresi. Infatti, nell’arco di poche ore, forse leggendo la sentenza originale della Corte, che ho postato sulla mia pagina di facebook, (perché io amo parlare con i fatti) ha trasformato l’abbattimento dei palazzi di Punta Perotti da “illegittimo” in “frettoloso e imprudente”. Ha dimenticato però di chiedere scusa per questa bugia…[…]…Ora però, io vorrei parlare di futuro. Ma se proprio Di Paola vuole continuare a parlare del passato, ci sto, almeno mettiamoci d’accordo: evitiamo le bugie».

E così via, tra repliche e contro repliche. Politicamente parlando, Punta Perotti è, e rimarrà, oggetto di una guerra di religione, su questo non si discute. Però, ai cittadini chiamati a votare per scegliere la prossima amministrazione comunale, quelli in cerca di lavoro, che non sanno come dar da mangiare ai figli, quelli che non hanno un tetto sotto il quale dormire, tutto questo interessa?