Per la prima volta, accanto a Erica compare in scena una band formata da quattro musicisti: Alfonso Santimonie (tastiere), Francesco Diodati (chitarra), Phil Mer (batteria) e Andrea Lombardini (basso). A loro va il merito sia di aver riprodotto live i suoni elettronici dell’album in maniera del tutto naturale, sia di aver dato una nuova e sorprendente veste musicale a brani come “Harem”, “La neve sul mare” e “Domenica”.

Dalla scenografia agli arrangiamenti, dal look di Erica ai musicisti, l’anteprima nazionale ha espresso chiaramente l’idea intorno alla quale ruota tutto il nuovo progetto: quella di movimento e di viaggio, dove uno degli elementi di maggior ispirazione è stato il mare. “Contro le onde” è un inno al cambiamento, al coraggio di gettarsi in mare e di attraversarlo. Anche a costo di prendersi i fulmini in acqua.

E il cambiamento è simboleggiato anche dal fatto che con questo album la cantautrice di Bisceglie si è letteralmente alzata dalla sedia sulla quale era solita suonare la chitarra e registrare suoni con la loop machine, e ha impugnato il microfono.

La chitarra, la profondità delle parole e le emozioni ci sono sempre, ma acquistano ora una veste e una luce inedite, del tutto sconosciute ai fan di sempre. Le nuove sonorità, che spaziano dall’elettronica alla ballad, risultano infatti un po’ spiazzanti, almeno inizialmente, rispetto ai sussurri, ai vocalizzi, ai loop e agli arrangiamenti minimalisti di “È” (2011).

Lo zampino del tastierista dei Subsonica, direttore artistico del nuovo lavoro, si sente eccome. Davide Dileo, in arte Boosta, ha curato la produzione artistica delle 10 tracce contenute in “Contro le onde” e scritto la musica di due brani: “Non dormo mai” e “Il ritmo”. Quest’ultimo, in particolare, a un primo ascolto potrebbe risultare poco convincente per quanto è lontano dalla dimensione intimista alla quale Erica ha abituato i suoi fan in questi anni. Ma provate a sentirlo dal vivo. È puro coinvolgimento. Se fosse stato l’ultimo pezzo in scaletta, sarebbe stato impossibile restare seduti.

Ma l’Erica Mou di “Vorrei dirti un sacco di cose adesso” e “Vivere sul tuo collo” non è stata sostituita da quella che grida “contro le onde frasi senza logica” (“Contro le onde”). Anzi, la testualità di questo disco, così ricca di oggetti e immagini concrete, evoca in maniera ancora più incisiva emozioni nelle quali tutti possono riconoscersi, svela gli aspetti più intimi della personalità della cantante e tocca le corde del cuore anche senza far ‘rumore’.

“Non tutti i passi lasciano impronte”. Quelli di Erica Mou sì.

1 giugno 2013

Alessandra Morgese

Fotografie di Alessandra Morgese