Proprio un anno fa si sollevava la protesta degli studenti del liceo “Socrate” contro l’impoverimento e la svalutazione della scuola pubblica. Giovani studenti e docenti contro i tagli all’istruzione pubblica italiana e contro la volontà del Governo di innalzare le ore settimanali di lavoro dei professori da 18 a 24.

Questa volta ad aderire alla protesta sono stati soprattutto gli studenti dei licei scientifici “Salvemini” e “Fermi” e dell’istituto commerciale “Giulio Cesare”. Una cinquantina di studenti ha lanciato il boicottaggio  del test Invalsi, una prova istituita dal ministero per valutare il grado di apprendimento e di istruzione dei ragazzi, con manifesti per la città che recitavano : “Valutati non schedati – Boicotta gli invalsi”.

«Siamo stanchi di dover compilare test la cui unica utilità è quella di classificare le scuole senza tenere conto delle differenze territoriali e delle diverse tipologie di scuola. Non possiamo tollerare che, mentre non viene stanziato un euro per edilizia scolastica o diritto allo studio, milioni di euro vengano spesi per test di cui non condividiamo né la natura né lo scopo – spiega Arianna Petrosino dell’Uds Bari – per questo il 16 maggio boicotteremo gli Invalsi , continuando a rivendicare nuovi modelli di valutazione». Altre iniziative contro i test Invalsi sono in preparazione in altre città pugliesi, sempre promosse dall’Unione degli Studenti.

Pronti ad avviare i procedimenti disciplinari i presidi delle scuole. «Controllerò – spiega il dirigente del Salvemini, Mario De Pascale – chi ha effettuato il test e chi no. E prenderò provvedimenti. Perché i ragazzi hanno assunto un atteggiamento irrispettoso nei confronti di un dovere scolastico. Non capisco il perché di questa protesta. Il test serve anche alle scuole per comprendere se i metodi di insegnamento stanno dando risultati o meno».

Carmen De Benedictis