Il balletto Don Chisciotte, narra di  un eccentrico gentiluomo di campagna, che si ritiene legittimo successore dei cavalieri erranti medievali, sui quali ha letto moltissimo, forse troppo. Ormai sogna soltanto la sua nobile dama Dulcinea, per la quale combatterà le sue battaglie. I suoi sogni sono però bruscamente interrotti dal suo vicino Sancho Panza, che sta fuggendo dopo aver rubato un pollo, inseguito da alcune serve. Don Chisciotte lo nomina immediatamente suo scudiero e insieme a lui parte per avventure cavalleresche di guerra e amore. Le pittoresche scenografie del Balletto Russo e le scene originali di Aleksander Golovin e Konstantin Korovin, sono riprese da Mihail Šišljannikov. I costumi di Konstantin Korovin, rendono l’incanto della scena. Costumi ispirati al folklore iberico, che resero e rendono ancor oggi  più classico un balletto tardo-romantico basato sull’elegante tecnica accademica, cui si affiancano danze di carattere ispirate al folklore iberico, la tradizionale presenza dell’atto bianco con il sogno di Don Chisciotte e l’atto finale dedicato al puro divertissement che contiene il celebre pirotecnico passo a due. L’ episodio dell’amore contrastato tra Basilio e Quiteria (Kitri), tratto dal Don Chisciotte, è la base su cui si sviluppa la coreografia fornendo così lo sfondo pittoresco ed esotico caro al pubblico dell’epoca e di oggi. Di grande pregio la coreografia di Aleksander Gorskij del 1902  che viene  ripresa da Marius Petipa, le danze gitane ed orientali sono di Nina Anisimova, la talentuosa coreografia Fandango di Fëdor Lopuhov.

La storia del Balletto del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo è strettamente legata allo sviluppo dell’arte coreografica russa.  Il primo maestro di ballo e pedagogo russo è Ivan Walberch, che inizia la sua attività a San Pietroburgo nel 1790, la sua aspirazione è creare balletti con trame ispirate alla vita quotidiana. La storia del Balletto a San Pietroburgo nel XIX secolo è legata all’attività di Charles Didelot, Jules Perrot e Arthut Saint-Léon. Nel 1869, nel ruolo di maestro di ballo ad Artur Saint-Léon succede Marius Petipa, che con le sue creazioni definisce il codice del balletto accademico e porta il Balletto Mariinskij a risultati di eccellenza senza precedenti.

Le sue creazioni si caratterizzano per la loro composizione magistrale, per gli effetti d’insieme delle coreografie e per le parti da solista ricche di virtuosismo. Dal 2001 il Teatro Mariinskij si è fatto promotore dell’annuale Festival Internazionale di Balletto Mariinskij. È l’unico Festival di danza classica attualmente presente in Russia, vi partecipano i solisti delle maggiori compagnie di danza di tutto il mondo.

Grande l’esibizione dell’intero corpo di ballo, che per la prima del Don Chisciotte, al Teatro Petruzzelli di Bari  ha letteralmente incantato il pubblico, composto anche da numerosi giovani. Nel ruolo di Don Chisciotte ha danzato Vadim Beljaev, in quello di Sancho Panza Stanislav Burov  e Aleksander Fëdorov di Lorenzo Dmitrij Pyhačov, di Gamache Soslan Kulaev. Kitri è stata  interpretata da Elena Evseeva, , Basilio da Vladimir Škljarov . Nel ruolo di Espada Konstantin Zverev,  della Ballerina di strada Dar’ja Pavlenko , di Mercedes Ljubov’ Kožarskaja.

Eccezionale l’interpretazione di Ol’ga Belik e Karen Loanissjan che ha fatto rivivere sul palcoscenico La Danza gitana.

Da ricordare anche le Fioraie Marija Širinkina e Nadežda Gončar. A dar vita alla Regina delle Driadi Dar’ja Vasnecova. Interpreti di Variazione Keenan Kampa, di Amore Svetlana Ivanova ,Elena Čmil, della Danza orientale Marija Ševjakova .

Il Fandango è stato  di Elena Baženova. In scena ad arricchire la coreografia anche due animali provenienti da un allevamento di Matera: il cavallo frisone Helke e l’asinello Ciro, selezionati dall’Associazione Musico Culturale “I Battitori” di Bari, Carbonara.

Lo spettacolo resterà  in programma al Teatro Petruzzelli in replica: venerdì 5 aprile ore 20.30 (turno B), sabato 6 aprile ore 17.00 (fuori abbonamento), domenica 7 aprile ore 15 .30 (turno C) e ore 21.00 (fuori abbonamento).

6 aprile 2013

Maria Caravella