La particolare promozione, già in voga in altri Paesi europei, approda dunque anche a Bari. Sulle vetrine dei punti vendita dei due marchi campeggiano già in questi giorni cartelli che promuovono e spiegano l’idea. Il concetto ricalca in toto quello della supervalutazione dell’usato nel settore automobilistico, un meccanismo comune ormai da molti anni. In questo caso specifico, un cliente che porta nel punto vendita propri vecchi vestiti o intimo ha diritto a buoni per l’acquisto di abbigliamento nuovo. I coupon, spiegano le commesse di Intimissimi, sono tra loro cumulabili, se pure fino a un massimo del 20% del prezzo del capo nuovo che si vuole acquistare.

Nei punti vendita di via Sparano si può già notare un certo viavai di clienti con sacchetti di vecchi abiti in mano, segno che l’iniziativa è stata accolta con un certo favore anche grazie al non richiedere per forza capi in perfette condizioni. Gli abiti usati, fa sapere H&M, saranno in gran parte riciclati per ricavarne materiali isolanti, rivestimenti interni per automobili e anche energia a basso costo. L’idea è, quindi, da una parte dare un piccolo impulso al consumo e all’acquisto, dall’altra ridurre l’inquinamento e l’impatto ambientale.

Secondo i ricercatori dell’università di Copenaghen, infatti, ogni chilo di abiti usati raccolti e riutilizzati, si riducono le emissioni di CO2 nell’aria di 3,6 kg, e si risparmiano 6mila litri d’acqua nonchè grandi quantità di pesticidi. L’idea si inserisce in un contesto più ampio di riciclo e riutilizzo già in voga da anni per ridurre l’effetto della crisi sulle famiglie. Tutto questo grazie anche ad altre idee particolari come lo scambio di tempo di lavoro, la vendita a prezzi simbolici di vecchi elettrodomestici o l’offerta a prezzo ridotto di prodotti alimentari vicini alla data di scadenza.

29 marzo 2013

Giorgio Scapparone Suma