Poco più di tre anni di attività, oltre un milione di consulenze, due mila prodotti al giorno venduti e clienti in Italia, Francia, Spagna, Belgio e Germania, con gli occhi già ben puntati anche sul Regno Unito che ha iniziato a generare ordini da gennaio di quest’anno. Da scommessa ad alto tasso d’innovazione a realtà consolidata del settore hair care, il percorso del brand Shampora, tutto italiano con un tocco barese, leader sul mercato internazionale, segna in questi giorni una nuova tappa che merita di essere festeggiata. E Shampora lo fa regalandoci un’altra chicca, la Hair Box a un prezzo irripetibile per pochi giorni: 23,70 euro (spese di spedizione incluse) per tre prodotti. Un invito irrinunciabile all’acquisto, per chi cliente lo è già e per chi ancora non ha scoperto l’esclusività di un trattamento personalizzato per i propri capelli. Perché l’intuizione vincente di Shampora è stata proprio questa: dicci che capelli hai e creeremo il miglior prodotto possibile per la sua cura quotidiana. L’esatto contrario di shampoo-balsamo pret a porter da scaffale del supermercato, uguale per tutti e quasi sempre deludente.

Un’esigenza avvertita in prima persona dal suo fondatore e amministratore delegato, Manuel Corona, che, proprio mentre lavorava in una multinazionale del settore, non riusciva a trovare uno shampoo adatto ai suoi capelli; condivisa e sviluppata insieme ai due soci Irene Gullotta, eletta come una delle 30 under 30 più influenti di Forbes e oggi chief operating officer, e Mirco Peragine, barese con lunga e consolidata esperienza nel campo del beauty, Chief marketing officer. Se il cliente è quindi il vero input di tutto il processo, la tecnologia interpreta e rende possibile la realizzazione di quanto desiderato: tramite il sito è possibile affidarsi a un assistente virtuale che analizza, per mezzo di domande specifiche, i capelli, le esigenze e i desideri di ciascuno, le caratteristiche tricologiche e anche lo stile di vita. Un algoritmo prende in esame oltre 100 data point per utente, incrociando i dati tra tutte le risposte possibili del questionario, che si completa in appena tre minuti. Viene creata così una formula su misura con gli ingredienti che il dipartimento di ricerca e sviluppo reputa più adatti. Conclusa la consulenza, la lista di ingredienti selezionati viene inviata al laboratorio che realizza il giorno stesso il prodotto. Un modello quindi completamente direct-to-consumer, grazie al quale la startup ha venduto oltre 100mila prodotti personalizzati solo in Italia.

Giovane e determinata, oggi la società ha una valutazione a sette cifre, spedisce i suoi prodotti personalizzati in cinque Paesi e ha aperto il primo stabilimento industriale alle porte di Roma. Una crescita accelerata anche dalla Luiss EnLabs: dopo un primo round di investimento da 300mila euro, ha raccolto tre milioni. Tra gli investitori Cdp Venture Capital Sgr, i soci di Italian Angels for Growth, Finbeauty, Gisev Family Office e LVenture Group. Negli ultimi mesi il giro d’affari ha registrato un tasso di crescita a tre cifre. Un anno fa, in casa Shampora arriva anche il colore personalizzato: 30 le nuances di partenza selezionate, miscelabili con 1 Color Developer e 2 Booster di ingredienti, per rendere possibili già 600 tipologie di combinazioni personalizzate. Ingredienti tutti a prova di sostenibilità: di recente Shampora ha ricevuto l’approvazione di EcoCompatibilità da parte di Skineco, che ha valutato l’impatto ambientale delle sue formule. “I nostri prodotti sono creati just in time, quindi prendono vita solo dopo il pagamento online sul nostro sito. Produciamo solo quello che realmente viene acquistato, minimizzando così gli sprechi”, spiega Gullotta. Inoltre, Shampora ha ottenuto la certificazione vegan di Peta, a garanzia che nessuna delle sostanze utilizzate nei laboratori è di origine animale. Per il futuro, gli obiettivi di crescita degli imprenditori restano ambiziosi. “Nei prossimi mesi lanceremo una nuova categoria di prodotti. L’obiettivo è diventare il brand più amato di prodotti per capelli, prima in Europa e poi a livello mondiale, nel giro dei prossimi cinque anni”.