Filcams Cgil Puglia

Circa un centinaio di addetti alle mense ospedaliere hanno protestato questa mattina, 17 febbraio, davanti alla sede della presidenza della Regione Puglia, sul lungomare barese.

I lavoratori chiedono al governatore Emiliano di ritirare in autotutela il nuovo bando da 372 milioni di euro per l’appalto mense ospedaliere, poiché potrebbe generare una forte crisi occupazionale in un comparto già duramente  colpito dalla pandemia. “Le lavoratrici e i lavoratori del settore saranno certamente in esubero ed è difficile che si possa porre in essere un adeguato piano di riassorbimento” spiega in una nota la Filcams Cgil Puglia.

I criteri dell’appalto andrebbero rivisti “urgentemente al fine di evitare un bagno di sangue dal punto di vista occupazionale” commenta il sindacato, che chiede anche un incontro con il neoassessore regionale alla Sanità, Rocco Palese.

Numerose le prese di posizione sulla vicenda da parte del mondo politico locale: “In un momento come questo non si può correre il rischio che centinaia di operatori del settore perdano il posto di lavoro, dal momento che non è stata fatta una ricognizione del personale attuale e il rischio è che in tanti non sarebbero ricollocati. Riteniamo prioritario il ritiro del bando e la concertazione assieme ai sindacati di criteri che possano salvaguardare gli attuali livelli occupazionali”, dichiarano i consiglieri regionali del M5S. “Il tutto anche nell’ottica di una possibile internalizzazione del servizio che riteniamo debba essere l’obiettivo cui puntare”.

Il gruppo regionale di Fratelli d’Italia ha convocato sul tema una conferenza stampa: “Con il bando per le mense ospedaliere ci avviamo ad una vera e propria macelleria sociale in termini occupazionali e di tipologia di offerta del servizio. Per questo Fratelli d’Italia ha inviato una lettera al presidente Michele Emiliano affinché intervenga in autotutela per revocarlo.
Questo per quattro ordini di motivi:
1. non vengono salvaguardati i livelli occupazionali: non si conosce il numero di persone che dovranno lavorare né il loro costo; tutto è rimandato in esecuzione del contratto.
2. ci sono già centri cottura che preparano e forniscono pasti per degenti ma con questo bando ne vengono valorizzati solo 6. Ciascuna azienda che intenderà partecipare al bando, potrà scegliere fino a un massimo di 4 centri. Chi non avesse già un centro cottura, potrà -per partecipare al bando- provvedere a predisporne e dimostrare di poterlo realizzare ed adeguarsi entro 90 giorni (impossibile anche solo pensarci).
3. Che fine faranno i centri oggi già presenti ed utilizzati, patrimonio Asl? Rischierebbero, da domani, di essere abitacolo di ratti ed il patrimonio pubblico che rappresentano si trasformerebbe in danno erariale.
4. Tenendo conto dell’aumento di costi e prezzi delle materie prime alimenti ma anche delle utenze, non è chiaro come si possa pensare di partire da una base d’asta inferiore a quella precedente.
Inutile sottolineare l’incoerenza della sinistra che, da sempre a braccetto con sindacati e avversa al concetto di privato, oggi lascia indietro i lavoratori. Oltre a registrare un assordante silenzio del presidente Emiliano, come già accaduto quando denunciavamo le ombre che circondavano l’ospedale in Fiera del Levante e che oggi invece dovrebbero portarlo ad un ascolto interessato verso le nostre sollecitazioni. D’altronde non parliamo di strumentalizzazioni politiche, se consideriamo che il nostro grido di allarme è condiviso anche dal Pd e dal M5S che, come tutti sanno, siedono dalla sua parte e non dalla nostra”.

A fianco dei sindacati anche il gruppo consiliare La Puglia Domani: “In questo frangente non si può correre il rischio che centinaia di operatori del settore perdano il posto di lavoro, pertanto auspichiamo il ritiro del bando ed una discussione con i sindacati per garantire la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali”.

Ma sulla questione il presidente Emiliano ha già espresso la sua posizione: “Non spetta ai partiti chiedere il ritiro di un bando che gli organismi tecnici di InnovaPuglia hanno messo a punto con approfondita istruttoria. E che andrebbe discusso eventualmente, in caso di illegittimità, nella sede giudiziaria”.