crisi delle materie prime
Roberto Marti, presidente di Piccola Industria Confindustria Lecce

“Sono tanti i componenti essenziali per le nostre produzioni diventati ormai introvabili, anche sui mercati internazionali. Sono talmente rari da alimentare un fiorente mercato del falso. (…) E a pagarne maggiormente le conseguenze sono proprio le piccole e medie imprese”. È la denuncia di Roberto Marti presidente della Piccola Industria Confindustria Lecce e amministratore di un’azienda di dispositivi elettronici.

TV, smartphone, tablet, auto, strumenti di ultima generazione per le cure mediche, PC sono entrati nelle nostre vite, ma per produrli servono componenti elettrici e materie prime. Le stesse che oggi scarseggiano. Il freno a mano coinvolge non solo le multinazionali, ma anche le piccole e medie imprese salentine. Così le aziende locali denunciano una dipendenza sempre più pesante dall’estero, evidenziata anche dalla presidente dell’Unione Europea Ursula Von der Layen.

Secondo il presidente Marti, questa tendenza è iniziata a giugno 2021 e si ripercuote anche sull’utente finale. Alla crisi delle materie prime e dei componenti si aggiunge l’aumento generalizzato del prezzo dell’energia. Stando ai dati del Centro Studi di Confindustria, il gas naturale ha avuto un’impennata del 723%. Non va meglio per petrolio +13%, cotone +58% e rame +57%.

Le proiezioni indicano che nel 2022 le aziende pagheranno 37 miliardi di euro di bollette rispetto agli 8 del 2019. A livello nazionale, il presidente di Confindustria Bonomi ha chiesto l’intervento del Governo sulle spese fiscali e sugli oneri nelle bollette di luce e gas per aziende, una riforma del mercato elettrico e una maggiore produzione di gas in Italia in un incontro con il premier Draghi.

Ora per gli industriali è importante creare le condizioni per produrre chip in Europa e intervenire sui rincari per creare equilibrio sull’andamento dei prezzi. Infatti per il momento la crisi delle materie prime non ha inciso sull’inflazione, al +3,9% grazie al fatto che le imprese hanno pagato i rincari con i propri margini.