Dopo selfie e parole vuote la politica, con i testa il presidente della Regione Puglia, sulla questione “Gazzetta del Mezzogiorno” ha fatto calare il silenzio. La traduzione, in estrema sintesi, sarebbe “meglio che si scornino per i fatti propri”, del resto si tratta di due grosse imprese baresi e quindi meglio non mettere il dito, in questo caso la bocca. Il silenzio sarebbe stato opportuno dall’inizio perché si tratta pur sempre di un’azienda privata e come tutte le aziende private deve essere trattata, con la sola attenzione ai lavoratori, se non altro a quelli che stanno subendo e non si sono resi complici della temporanea disfatta.

Ma andiamo in ordine e proviamo a ricapitolare quando è successo dall’Aprile scorso, quando nel fallimento ha fatto irruzione Ecologica S.p.a. del Gruppo Miccolis, l’azienda di trasporto. Da quel momento ne succedono di tutti i colori, soprattutto perché l’altra società che fino a quel momento stava gestendo l’azienda, la LEDI S.r.l. del Gruppo Ladisa, era certa di poter mettere le mani sull’affare del secolo: entrare in possesso della storica sede in via Scipione l’Africano e contemporaneamente del giornale con poco mendo di 5 milioni di euro, a fronte di un valore complessivo stimato in più del doppio.

LE FASI
– Il 7 aprile, come detto la Ecologica S.p.a. deposita una proposta di concordato fallimentare ex art. 124 l.f. con riferimento al Fallimento della Mediterranea S.p.a. (Trib. Bari R.F. 40/2020). Com’è noto, il concordato fallimentare è un istituto previsto dalla legge fallimentare che consente ai creditori oppure a un terzo soggetto, oltre che al fallito, di formulare un’offerta di soddisfacimento a tutti i creditori concorsuali, che in caso di accettazione da parte degli stessi comporta il trasferimento in suo favore dei beni ricompresi nell’attivo fallimentare (nel caso di specie, principalmente, la testata giornalistica La Gazzetta del Mezzogiorno e il noto immobile in via Scipione l’Africano).

– Il 26 aprile, 21 giorni dopo, anche LEDI S.r.l. (Gruppo Ladisa) deposita una proposta di concordato fallimentare, con riferimento alla stessa procedura concorsuale.

L’AFFARE DEI LADISA
Non tutti sanno che Mediterranea S.p.a. è proprietaria della testata giornalistica La Gazzetta del Mezzogiorno, ma non svolge attività giornalistica. Quest’ultima, infatti, è  sempre stata esercitata con i propri dipendenti dalla EDISUD S.p.a., anch’essa dichiarata fallita dal Tribunale di Bari il 15 giugno 2020, in virtù di un contratto di concessione d’uso a titolo oneroso della testata. Parliamo di circa 15mila euro al mese. Tale contratto è proseguito anche dopo la dichiarazione di fallimento delle due società e ciò ha consentito al Fallimento EDISUD S.p.a. di proseguire l’attività d’impresa in esercizio provvisorio ex art. 104 l.f., e poi di concedere la propria azienda in affitto alla LEDI S.r.l., con contratto del 2 dicembre 2020, fino alla nota recente cessazione del 31 luglio 2021. Uno stop che ha lasciato tutti increduli, soprattutto perché il Gruppo Ladisa si era impegnato a proseguire la pubblicazione anche ad agosto. In questo modo si sarebbe potuto procedere con serenità fino all’affidamento definitivo.

– La Curatela del Fallimento EDISUD S.p.a., tanto per chiarire il punto, è il principale creditore chirografario del Fallimento Mediterranea S.p.a., in quanto è stata ammessa al passivo per 4.465.679,19 milioni di euro, a fronte dell’ammontare complessivo dei crediti chirografari pari a 5.248.820,07 milioni di euro. Mediterranea S.p.a., tuttavia, ha concesso ipoteca su un immobile di sua proprietà in via Scipione l’Africano nn. 264-266, a favore della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.a., oggi AMCO S.p.a., per un debito della EDISUD S.p.a. nei confronti di quest’ultima di 6.695.848,37 milioni di euro.

Stando così le cose, AMCO S.p.a. avrebbe il diritto di aggredire l’immobile di Via Scipione l’Africano per soddisfare il proprio credito nei confronti della EDISUD S.p.a., mentre alla Mediterranea S.p.a., proprietaria di tale bene, spetterebbe il diritto di rivalsa ex art. 2871 c.c.: “Il terzo datore che ha pagato i creditori iscritti o ha sofferto l’espropriazione ha regresso contro il debitore”.

E qui iniziamo a entrare nel vivo della faccenda, un’analisi che spiega meglio cosa è successo, ma soprattutto approfondisce le ragioni di questo ingiustificato teatrino. Sia la Ecologica S.p.a., sia la LEDI S.r.l., nei rispettivi originari ricorsi, proponevano un soddisfacimento integrale a tutti i creditori della Mediterranea S.p.a., sia privilegiati, sia chirografari. L’unica sostanziale circostanza che differenziava le due offerte economiche era proprio il soddisfacimento proposto al creditore EDISUD S.p.a. E qui arriva l’operazione di finanza creativa. LEDI S.r.l. offre il pagamento integrale dell’AMCO S.p.a., con la conseguente liberazione dall’ipoteca dell’immobile di via Scipione l’Africano, e sostiene conseguentemente di soddisfare per intero “per compensazione” anche la EDISUD S.p.a. Quindi, tanto per intenderci, LEDI S.r.l. offre a EDISUD S.p.a. di estinguere il suo credito di 4.465.679,19 milioni di euro, pagando il suo debito verso AMCO S.p.a. di 6.695.848,37 milioni di euro. In questo modo non sarebbe stata versata alcuna somma di denaro dalla LEDI S.r.l. direttamente in favore della EDISUD S.p.a. Non solo. LEDI S.r.l., con scrittura privata autenticata dal Notaio La Porta di Milano (nn. 47.339/23.425 di Repertorio e Raccolta) del 16 giugno scorso, acquista da AMCO S.p.a. il diritto di credito dalla stessa vantato nei confronti della EDISUD S.p.a. di ammontare pari ad 6.695.848,37 milioni di euro al prezzo vantaggiosissimo di 3.950.000,00 milioni di euro.

Pertanto, facendo come ci hanno insegnato le maestre a scuola elementare, “conti alla mano” l’esborso effettivo che caratterizzava l’originaria proposta di concordato della LEDI da  9.237.191,28 (di cui 6.695.848,37 per il credito AMCO ed 2.541.342,91 per tutti i restanti crediti, compresi i costi della procedura) veniva ridimensionato a 4.851.342,91 milioni di euro. In particolare, dall’importo previsto va sottratta la somma di 2.745.848,37 pari alla differenza tra il valore nominale del credito AMCO ed il suo prezzo di acquisto (6.695.848,37 – 3.950.000,00), e l’importo di 1.640.000,00, ovvero le disponibilità liquide già nelle casse della procedura della Mediterranea S.p.a.

Insomma, tirando le somme, a fronte di un esborso di 4.851.342,91 la LEDI avrebbe acquisito la proprietà del noto immobile in via Scipione l’Africano, stimato ad oggi in circa 8 milioni di euro, libero dall’iscrizione ipotecaria in favore della AMCO, e la testata della La Gazzetta del Mezzogiorno, stimata in 4.672.496,29. Il sospetto di un interesse principalmente immobiliare prende vigore soprattutto perché che con il noto “Piano Casa”, sulle ceneri del palazzo in via Scipione l’Africano si possono realizzare circa settemila metri quadri di appartamenti (edilizia residenziale).

LA PROPOSTA DEI MICCOLIS
Ecologica S.p.a., invece, proponeva di acquisire l’immobile di Via Scipione l’Africano con l’ipoteca (quindi lasciando totalmente inalterata la posizione giuridica della AMCO S.p.a.), offrendo però alla EDISUD S.p.a. un pagamento di 1.339.703,7, pari al 30% del suo diritto di credito, con rinuncia al diritto di rivalsa ex 2871 del c.c. In questo modo Ecologica S.p.a. garantiva alla EDISUD S.p.a. un incasso certo di 1.339.703,76 milioni di euro.

– Il 14 giugno 2021 è stata sottoposta al voto dei creditori solo la proposta della Ledi S.r.l., ma non essendo conveniente, i creditori della Mediterranea S.p.a., e in particolare il suo principale creditore, la Curatela del Fallimento EDISUD S.p.a., il cui credito è pari a circa l’85% della debitoria chirografaria complessiva, all’unanimità dei componenti del suo Comitato dei Creditori, il 6 luglio ha rigettato la proposta dei Ladisa.

– Si giunge così al 7 luglio, quando LEDI deposita una nuova proposta di concordato, replicando la struttura giuridica di quella avanzata da Ecologica (mai messa al voto), ma aumentando naturalmente l’offerta formulata nei confronti della EDISUD al 36%. A quel punto, il 20 luglio, Ecologica S.p.a. il migliora la propria offerta alla EDISUD aumentandola al 50,3%.

– Quattro giorni dopo, il 24 luglio, gli organi della procedura della Mediterranea S.p.a. decidono di sottoporre entrambe le proposte al voto dei creditori. Risulta che il comitato dei creditori EDISUD S.p.a., principale creditore della Mediterranea, abbia scelto la proposta. Ecologica S.p.a. Oggi i lavoratori sono spaccati, il giornale non è in edicola, il suo appeal è ai minimi storici. In attesa di vedere in queste ore risolta la contesa che strada facendo ha preso sempre più i connotati della ripicca – a meno di ulteriori colpi di scena, come se non ce ne fossero già stati abbastanza – si è in attesa dell’omologazione della proposta scelta dal Comitato dei Creditori della EDISUD. Senza intoppi è probabile che la Gazzetta del Mezzogiorno possa tornare in edicola oltre il 20 settembre.