La mancata pubblicazione della Gazzetta del Mezzogiorno poteva essere evitata? La risposta è: sì, assolutamente sì. Al netto di sgambetti, silenzi e procedure opinabili, sarebbe bastato che la società Ledi del gruppo Ladisa mantenesse fede a quanto scritto nella proposta di concordato. Più precisamente, la società scriveva: “Al fine di donare tempo e serenità alle valutazioni di tutti gli Organi della procedura, ed anche al fine di dare seguito agli adempimenti di cui all’art. 125, terzo comma, l.f. derivanti dalla presente sopravvenuta nuova proposta (quella di Ecologia Spa di Miccolis ndr.), manifesta la propria disponibilità a prorogare, nelle forme di legge, per n.30 (trenta) giorni a decorrere dal 1° agosto 2021 ogni impegno necessario per consentire la continuità della pubblicazione del giornale quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Una disponibilità scritta addirittura in grassetto, della quale nessuno ha dubitato evidentemente abbastanza in considerazione di com’è andata a finire per il momento. Nel frattempo è successo qualcosa che non ha consentito alla società Ledi di “mantenere ogni impegno necessario”. Del resto alcuni colleghi nei giorni scorsi titolavano guerra per la Gazzetta del Mezzogiorno. Il motivo sarà stato certamente valido, non ne dubitiamo.

Con il passare delle ore emergono ulteriori retroscena sulla triste vicenda (non solo giornalistica) della Gazzetta del Mezzogiorno e alla sospensione della sua pubblicazione. Una storia ben nota a molti, anche ai colleghi dello storico quotidiano. Tant’è, nel caso torneremo sulla vicenda perché pare proprio ci siano particolari che varrà la pena approfondire. Intanto si aspetta la fine del mese, forse prima, per capire quale delle due società (Ledi – Ladisa ed Ecologica – Miccolis) riediterà il quotidiano.

Entro questa data dovrà esprimersi il comitato dei creditori della società Edisud, quella che ha in pancia il pagamento degli stipendi dei 140 dipendenti. Intanto l’ago della bilancia pare pendere verso il piatto di Ecologica, se non altro secondo quanto scritto da due dei tre membri del comitato dei creditori di Mediterranea, l’altra società fallita, quella che ha dato in fitto a Edisud la gestione del giornale, proprietaria della sede.

Gli avvocati Notaristefano e Acquaviva, infatti, hanno detto ai curatori che la proposta più vantaggiosa – pur essendo tutte le aziende affidabili – è quella di Ecologica. Da un lato perché i creditori rientrerebbero in possesso del 50,4 per cento delle somme (a fronte del 36 per cento previsto della proposta di concordato dei Ladisa), oltre che per l’impegno di Ecologica a mantenere il livello occupazionale immutato per i prossimi 24 mesi.

Sulla vicenda occupazionale, nell’accordo sindacale tirato in ballo dalla società Ledi, sulla questione non è fatta chiarezza, perché non viene scritto in maniera inequivocabile cosa ne sarà dei 140 dipendenti. Insomma, siamo in un momento cruciale, certi che se si fosse agito per tempo e se i rappresentanti dei giornalisti, la politica, le istituzioni fossero stati meno legati a certe convinzioni, rapporti di forza e avessero dato il giusto peso a gesti e parole vuote, la storia della Gazzetta non sarebbe stata interrotta.