La pandemia, che ha colpito l’intera nazione, ha scatenato una crisi economica non indifferente nell’intero Paese, ma ciò che salta agli occhi è la differenza della ripresa tra il nord e il sud. Le regioni meridionali stanno pagando le crisi precedenti che ancora prima dell’arrivo del covid non avevano recuperato.

A sottolinearlo è Luca Bianchi, direttore della Svimez, associazione per lo sviluppo dell’industria del Sud. La Puglia, rispetto alle altre regioni, essendo più industrializzata, ha una reattività maggiore per la ripresa dell’economia, ma ancora lontana rispetto al settentrione.

Il Pil pugliese nel 2021 ha avuto una crescita del 3.5%, ma secondo le statistiche non andrà oltre il 3% nel 2022. Per quanto riguarda l’occupazione dei posti di lavoro, la Puglia è in testa insieme ad Abbruzzo, Campania e Sicilia con una percentuale dell’1.7 e si stima che nel 2022 avrà una crescita del 2.2%.

Grave, invece, il reddito delle famiglie un calo drastico del 3.2%. Secondo Bianchi il dato più alto di tutta Italia, superiore alla media del Mezzogiorno e a quella nazionale. La speranza è riposta nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che si pensa possa invertire la tendenza, andando così a colmare, secondo la ministra per il Sud, Mara Carfagna, le storiche diseguaglianza tra Nord e Sud.