Attività a rischio per circa 700 imbarcazioni che svolgono attività di pesca professionale in Puglia. Si tratta delle imbarcazioni che praticano la pesca a strascico duramente penalizzata dal decreto di pochi giorni fa della Direzione Generale della Pesca e dell’Acquacoltura che, in ottemperanza a disposizioni sovranazionali, ha deciso di aumentare il numero dei giorni di fermo.

Così, secondo le nuove disposizioni, al fermo estivo dei 30 giorni ( fermo biologico) e alle misure tecniche successive che prevedono la riduzione di due giorni di pesca alla settimana per le 10 settimane successive al fermo, si aggiungono altre 21 giornate di stop all’attività di pesca.

Una situazione che se fosse confermata sarebbe economicamente insostenibile e che decreterebbe la fine dell’attività per la quasi totalità delle imbarcazioni che praticano la pesca a strascico in Puglia.

Per scongiurare che questo possa accadere le associazioni di categoria unite scrivono all’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia per aprire subito un confronto sul settore già fortemente penalizzato dall’emergenza Covid che ha drasticamente ridotto le vendite a seguito della chiusura dei ristoranti. Una situazione appesantita ancor più dall’annunciato Regolamento comunitario che prevede l’intensificarsi dei controlli fino all’installazione di telecamere a bordo delle stesse imbarcazioni.

Le associazioni di categoria chiedono all’assessore, anche in qualità di Coordinatore Nazionale di Assessori all’Agricoltura e alla pesca, un immediato e quanto mai urgente intervento che passi anche dalla stesura di un piano strategico per l’acquacoltura in grado di rilanciare il settore ormai allo stremo e di dare ai pescatori pugliesi nuove prospettive di lavoro e di reddito.