“La luce in fondo al tunnel non si vede e la situazione sta diventando sempre più tragica”. A causa della pandemia uno dei comparti più produttivi del Paese è in forte crisi. Stiamo parlando del settore del wedding. Tra sale ricevimenti, fotografi e musicisti, ci sono anche i fioristi e florovivaisti che senza gli eventi stanno pian piano morendo.

“Il cliente non entra da noi per comprare qualcosa che può trovare a poco prezzo nei supermercati. La crisi ha colpito tutti, ma noi non siamo stati per niente aiutati” ha sottolineato il presidente dell’associazione Fioristi di Puglia e Basilicata, Emilio Lorusso.

“Adesso dei riconoscimenti e degli attestati per il nostro lavoro passato non ce ne facciamo niente. Ogni sera – sottolinea Lorusso -, sempre se riusciamo ad addormentarci, pensiamo alle spese da pagare. Purtroppo i soldi sono finiti e i ristori per noi non sono stati previsti”.

A differenza di bar e ristoranti, i fioristi come da decreto potevano aprire i negozi. “Ogni giorno abbiamo alzato la saracinesca per non vedere entrare alcun cliente, per non avere nessun guadagno, ma solo spese che si sono accumulate ogni mese”.

“Anche il settore florovivaistico è in ginocchio – conclude -. I fiori che coltivano non li compra nessuno ed è tutto lavoro buttato al vento. Sono costretti a non coltivare più fin quando non si capirà se effettivamente si potranno celebrare i matrimoni”.

Il presidente della Commissione Sviluppo economico, Francesco Paolicelli, ha convocato, su istanza del collega Ventola, la seduta di giovedì 11 febbraio, alle ore 10, per discutere della crisi che ha investito l’industria dei matrimoni e degli eventi, di fatto fermi dacché l’emergenza sanitaria ha avuto inizio.