Quattro sale bingo facenti capo alla stessa società, un provvedimento che ha portato all’amministrazione giudiziaria, l’udienza davanti al Tribunale fallimentare il prossimo 16 giugno, chiamato a decidere il futuro della società e delle 102 famiglie dei dipendenti, molte anche monoreddito, che per quasi 20 anni hanno svolto il loro lavoro.

In mezzo, i mesi di chiusura forzata per il coronavirus, la mancata erogazione del Fis Fondo Integrazione Salariale, e i risparmi andati esauriti giorno dopo giorno, in attesa di percepire quando spetta per i mesi di marzo, aprile e maggio. Ce n’è abbastanza per l’accorato appello, rivolto via facebook, a Michele Emiliano.

Le scrivo con gli occhi lucidi dalla rabbia perché oggi, dopo 18 anni di lavoro presso una sala bingo titolare di una concessione dello Stato, a casa in virtù del Dpcm causa Covid e in attesa (dall’8 Marzo) del Fis, ripeto dopo 18 anni anche se fosse disposta dal governo una data di riapertura, io molto probabilmente resterò a casa.

Adesso mi ritrovo insieme ad altre 101 famiglie di miei colleghi a dover sperare di proseguire se il giudice della Sezione fallimentare del Tribunale di Bari lo riterrà opportuno.
La società, che fa capo alla sala in cui ho lavorato per 18 anni, ha gestito 4 sale il cui fatturato annuo è di milioni di euro, ma nonostante questo, oggi siamo oggetto di una amministrazione giudiziaria in attesa che si svolgano i procedimenti penali.

PRESIDENTE
sento vicine le famiglie dei miei colleghi, capisco cosa provano perché lo sto vivendo sulla mia pelle e non auguro a nessuno di vivere questa incertezza che ti fa tremare l’anima, è un momento storico buio, ma noi lavoratori di questa azienda (mal gestita e ringrazio la Guardia di Finanza che ha fatto emergere questa situazione) siamo ancor più penalizzati.
Le mie domande sono: chi ha consentito che si arrivasse a questo punto? Chi avrebbe dovuto vigilare sull’operato di un detentore di una concessione dello Stato?

In preda a queste domande generatrici di delusione e rabbia Le presento la mia situazione
-quarantena dall’8 Marzo senza aver percepito lo stipendio di gennaio e febbraio (nonostante questo fosse un obbligo di legge in capo al datore di lavoro, mai rispettato);
-assegno Fis non ancora percepito;
-risparmi familiari (4 componenti) dopo 3 mesi, completamente esauriti.

Lei è il nostro Presidente e lo sarà per i prossimi 5 anni, chiedo con la presente di incontrarLa anche solo per 5 minuti, affinché possa trasmettermi quella serenità che un padre e un lavoratore onesto necessita in questo momento.

Non resti indifferente, non meritiamo questo.